Virginio Merola: "Al lavoro per un nuovo Pd. Serve una comunità senza capi e capetti"

L’ex sindaco diventa deputato: "Il congresso non mi appassiona. E a Bonaccini consiglio di evitare tentazioni personalistiche"

Virginio Merola con Andrea De Maria

Virginio Merola con Andrea De Maria

Bologna, 27 settembre 2022 - "A Bologna con Mazzoni vinciamo le elezioni". L’ex sindaco Virginio Merola festeggia l’elezione alla Camera nel collegio uninominale, dispensando rime. Un risultato considerato blindato già dalle previsioni, non smentito dai risultati che l’hanno visto vittorioso con oltre il 45 per cento e un Pd – nell’unico vero fortino rosso – sopra il 33 per cento. Al suo fianco Andrea De Maria reduce dalla vittoria al cardiopalma nel collegio ’Carpi’ a cui Merola ha spesso mandato poesie d’incoraggiamento, come quella che mostra a favor di telecamere: "Contro la Vandea fascista ha vinto Andrea. Era dura e in salita, ma ha saputo giocare la partita. C’è vittoria e c’è allegria se è in lista De Maria".

Merola, è soddisfatto?

"Sì, ma dobbiamo smetterla di identificarci come ‘Pd uguale pazienza democratica’ e tirare fuori un po’ gli artigli, perché va ricostruita una forza di sinistra autentica nel Paese".

’Sinistra autentica’, ma come?

"Una sinistra radicata nella società che non pensi solo al governo. Se la sinistra non fa agenda sociale, non si occupa delle persone che lavorano e dei giovani preoccupati per l’ambiente, allora viene meno alla sua funzione essenziale".

Visto il deludente risultato nazionale, crede che si debba andare oltre il Pd?

"No. Oltre è già un tema abusato. Credo si debba fare un Pd con consapevolezza di se stesso e la certezza che se corre divisa, perde. Siamo circondati da partiti personali, come quelli di Renzi e Salvini che sono passati dalle stelle alle stalle. Il Pd è l’unico partito che ha un segretario che non ha messo il suo nome nel simbolo. Io ripartirei da qui, da un collettivo, da una comunità".

Enrico Letta, però, ha già aperto le porte al congresso...

"Una discussione che non mi appassiona quella sul segretario, mentre mi appassiona una discussione che ci dica chi siamo".

Bonaccini potrebbe scendere in campo... Che cosa gli consiglia?

"Di mettere da parte qualsiasi tentazione di personalismo, visto che lo mettono sempre in mezzo in modo improprio. Credo, invece, possa dare un grande e importante contributo alla riflessione su quello che dovrebbe essere nel presente e nel futuro il Pd".

Qual è il suo bilancio?

"È stata una campagna elettorale difficile e incomprensibile, visto che si è fatto cadere un governo in piena crisi. Poi c’è stato il generale agosto, ma io ho girato dappertutto. E credo che i bolognesi l’abbiano capito...".

Ora che cosa si aspetta?

"Assodato che abbiamo perso le elezioni e che c’è una destra post fascista al governo, dobbiamo occuparci di come fare al meglio l’opposizione e come costruire un partito con tanti mediani di spinta, ma senza capi, capetti e caporali".

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