Virginio Merola "Altri 4 milioni alle famiglie Inevitabile l’app per controllare chi si sposta"

"Un fondo di comunità per aiutare chi ha bisogno con Zuppi, i privati e i sindacati: subito risorse in più da destinare ai buoni spesa"

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Maglioncino color verde bottiglia, camicia bianca e aria determinata nonostante la stanchezza, Virginio Merola è un sindaco costretto dagli eventi a giocare contemporaneamente su tre piani temporali diversi: il presente – l’emergenza Coronavirus – il futuro – la ripartenza della città – e il passato, simboleggiato dalla foto di Giuseppe Dozza, sindaco di un’altra ricostruzione, che fa capolino alle sue spalle durante tutto il corso dell’inedita video-intervista dal suo ufficio di Palazzo d’Accursio.

Sindaco Merola, come si sta organizzando il Comune per la ’fase due’?

"Una volta usciti dall’emergenza pura, sarà necessario riapire gradualmente le attività economiche, perché l’emergenza sanitaria non si può trasformare in emergenza sociale. Ma non possiamo farlo da soli, né è pensabile che ognuno vada in ordine sparso o che ci sia una corsa separata tra Comuni e Regioni".

Quindi decide il governo?

"Ci vuole una cabina di regia nazionale con tutte le forze economiche e sindacali e il comitato scientifico sanitario. Qui a Bologna, ci stiamo mettendo avanti con il progetto pilota del tavolo metropolitano per la sicurezza sui luoghi di lavoro, che stabilirà filiera per filiera le misure sanitarie e organizzative da adottare per riaprire le fabbriche".

Intanto ci sono duecentomila mascherine da distribuire ai cittadini: come farete?

"Come Comune faremo la nostra parte ’usi obbedir tacendo’. Le mascherine arriveranno stasera (ieri sera; ndr) al centro della Protezione civile al Frullo. Per distribuirle utilizzeremo i criteri stabiliti dall’Anci a livello nazionale e ai bolognesi dico una cosa semplice: aspettate le indicazioni del Comune prima di uscire e chiedere di averle. Le daremo tutte, ma non possiamo organizzare un ’porta a porta’ così facilmente, anche perché i nostri volontari sono già impegnati in altre attività fondamentali come la spesa a domicilio".

C’è chi dice che sono poche...

"Sono un segnale positivo ma come numero non bastano. Mi auguro si comprenda che occorre riconvertire l’industria tessile e farmaceutico-sanitaria nazionale per rendere autonomo il Paese nella produzione di mascherine e prodotti medici".

Nella fase due ci sarà spazio anche per la famosa app con cui controllare che i cittadini, positivi o no al virus, rispettino le normative?

"Mi sembra inevitabile utilizzarla, per quanto vorrei sottolineare che gli italiani e i bolognesi hanno dimostrato di saper rispettare le regole. Non penso che serviranno misure ’dittatoriali’, anche perché la democrazia ha dimostrato quale sia la sua forza. Di sicuro bisognerà che i dati raccolti da questa app siano usati solo in questa fase e non siano a disposizione di nessuno in futuro".

Il Comune userà i 76 milioni di avanzo di bilancio per evitare l’emergenza sociale?

"Innanzitutto voglio dire una cosa che potrebbe sembrare banale ma non lo è affatto: approveremo il bilancio consuntivo entro aprile e questo non era scontato vista la situazione".

Cosa significa per i cittadini?

"Che tutti i servizi che il Comune ha dato nel 2019 saranno confermati anche quest’anno. Non toccheremo le riduzioni delle tariffe previste, a partire dallo sconto Tari di 10 milioni, e non alzeremo tasse e tributi".

Ma l’avanzo?

"Dei 76 milioni disponibili, solo 36,6 milioni sono ’liberi’, tutti gli altri sono vincolati per spese previste dalla legge, come la manutenzione delle strade o del verde. Per ora non li possiamo utilizzare subito perché dobbiamo tenerli a riserva per dichiarare l’equilibrio di bilancio. Poi il governo, nel decreto di aprile, dovrà necessariamente prevedere delle risorse per garantire le mancate entrate dei Comuni: solo a Bologna, se la fase dell’emergenza si risolverà a giugno, contiamo 5 milioni di euro al mese di perdite".

Quindi nessun investimento extra?

"Utilizzeremo subito 4 milioni di euro che abbiamo incassato dalle sanzioni nel settore edilizio per sostenere in modo concreto il reddito dei cittadini, indirizzandoli soprattutto sui buoni spesa. Ho già parlato con il cardinale Zuppi: questi soldi li useremo per avviare un fondo di comunità a cui potranno partecipare anche le risorse della Curia, dei privati e dei sindacati che vorranno partecipare. Le donazioni saranno detraibili e i criteri di distribuzione delle risorse li decideremo insieme subito dopo Pasqua. Le erogazioni liberali sono fondamentali, ma ci vuole una cabina di regia".

Nelle case di riposo per anziani il virus ha colpito duro: pur sapendo che molte sono strutture private dove il pubblico non ha poteri di controllo diretti, pensa che si poteva fare di più?

"Abbiamo scontato un ritardo dovuto all’estrema attenzione verso le strutture sanitarie principali, come gli ospedali. Nel ringraziare gli operatori delle case di riposo per il loro lavoro e nel fare le condoglianze a quanti hanno perso i loro cari, voglio dire una cosa: nel bilancio consuntivo abbiamo confermato 1 milione di euro per i caregiver, per chi si prende cura della propria famiglia e degli anziani soli e siamo pronti ad aumentare questa cifra se sarà necessario".

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