Bologna, 20 giugno 2025 – La torta, la coppa, la Sala Farnese e, anche la prima pietra. C’è aria di festa a Palazzo d’Accursio dove il sindaco Matteo Lepore (fascia tricolore) affiancato dalle assessore allo sport di Regione e Comune (Roberta Frisoni e Roberta Li Calzi) riceve la delegazione Virtus per celebrare lo scudetto numero 17. Ci sono il presidente Massimo Zanetti e il vice Giuseppe Sermasi, l’amministratore delegato Marco Comellini (che fisicamente porta il trofeo), il direttore generale Paolo Ronci, l’allenatore Dusko Ivanovic, Toko Shengelia e il responsabile della comunicazione Jacopo Cavalli.

"Ci vediamo il 25 giugno – dice il patron Zanetti – per la prima pietra per il nuovo palasport". Parte dal nuovo impianto l’analisi di Zanetti che ribadisce alcuni concetti già espressi a Brescia, subito dopo aver vinto lo scudetto. "Resto almeno fino alla realizzazione del nuovo impianto", aggiunge il patron, che non cambia idea su quanto già detto a proposito dell’uscita di scena di Gherardi.
"Carlo poteva uscire – dice – e l’ha fatto dopo averci aiutato. Se si presentasse qualcuno, sono disposto ad ascoltare". Zanetti, in caso di vendita, cederebbe l’intero pacchetto. Zanetti resterebbe anche con eventuali soci, ma disponendo comunque della quota di maggioranza ("o vendo tutto, o chi entra, resta in minoranza"). Meglio sgomberare il campo da possibili equivoci: il patron sta bene così dov’è. E la vittoria dello scudetto gli ha dato nuova spinta.
Capitolo sponsor. "Stiamo andando avanti – commenta – spero possa essere una bella sorpresa".
Capitolo squadra. "L’idea è quella di ringiovanirla. Una Virtus giovane, atletica e più lunga. Ce lo impone l’Eurolega, che ora è a venti squadre e ci costringerà a giocare più partite. Taylor? L’ha voluto Ivanovic, penso che resti". Detto che l’ultimo nome uscito è quello di Zachary Seljaas, l’ultima stagione a Wurzburg, in Germania, la Virtus 2025 non farà come quella che l’ha preceduta. "Costruita in una settimana a fine luglio scorso – osserva Zanetti –. Quella che verrà comincia già ad avere dei punti importanti. Vorremmo chiuderla prima".
Zanetti fissa una possibile amichevole estiva ad Asolo, dove hanno appena costruito un palazzetto. Poi, tocca a Shengelia. Che scherza con il patron. "Alla cena di Natale ci aveva raccomandato di portare a casa la Coppa Italia. Non ci siamo riusciti. Ma questa – dice indicando il trofeo per lo scudetto – vale di più". Ricorda anche quello che gli aveva consigliato Viktor Sanikidze. "Mi disse che non sarei rimasto per due mesi, perché Bologna mi avrebbe conquistato. Questo è un posto magnifico per giocare a pallacanestro. Ma la mia famiglia e io ci siamo sempre sentiti a casa". Scherza, Toko, sul suo trauma cranico. "Chissà – commenta –, forse quel colpo alla testa ha fatto scattare qualcosa. Dopo tre anni di finali perse, volevamo fare qualcosa di importante. L’abbiamo fatto seguendo Ivanovic". Dusko, poco distante, annuisce, nascosto dal cappellino che porta la sua sagoma (il ‘Duskismo’). "Abbiamo combattuto – spiega il tecnico – l’abbiamo fatto tutti insieme. Grazie ai tifosi".
La chiosa spetta al sindaco Lepore, che ricorda Belinelli. "In questa Sala, nel 2014, gli abbiamo conferito il Nettuno d’Oro per la conquista del titolo Nba. Non so cosa potremmo donargli in questa occasione". E, tornando alla Virtus: "Questa squadra ci ha fatto sognare. E’ uno scudetto che vale tanto. Con tanta energia che ora vogliamo trasmettere a Polonara".
Poi il brindisi e la promessa di riparlare con Zanetti, in futuro, anche di femminile.