ALESSANDRO GALLO
Cronaca

Virtus, addio a Marco Madrigali. Il Grande Slam, poi la radiazione: in 3 anni dal trionfo alla polvere

Morto a 81 anni l’ex patron delle V nere. Fu il fondatore della Cto, società che distribuiva videogiochi. Vinse tutto nel 2000-2001, poi nel 2003 la drammatica esclusione da ogni campionato di basket

Marco Madrigali era nato a Bologna nel 1944: fondatore della Cto, è stato presidente della Virtus e pure della Legabasket

Marco Madrigali era nato a Bologna nel 1944: fondatore della Cto, è stato presidente della Virtus e pure della Legabasket

Bologna, 6 luglio 2025 – Addio a Marco Madrigali, il presidente della Virtus del Grande Slam del 2001 (e della successiva radiazione), l’imprenditore che, partito dal basso, aveva costruito la sua fortuna fondando la Cto, azienda specializzata nell’informatica e nei videogiochi. Madrigali aveva 81 anni e, tra il 2000 e il 2003, era stato presidente della Virtus. Nello stesso periodo aveva ricoperto il ruolo di presidente della Lega Basket. Dall’apice del Grande Slam, nel 2001, alla radiazione dai campionati di pallacanestro – la società non venne dichiarata fallita in tribunale grazie anche agli interventi dell’ex patron – appena due anni più tardi. Una parabola incredibile per un uomo che aveva rilevato le quote della Virtus nel 2000 da Alfredo Cazzola.

Madrigali entra nel basket quando l’altra metà di Bologna è in festa – scudetto alla Fortitudo –, ma, con investimenti notevoli, costruisce una corazzata. La Virtus perde Sasha Danilovic che si ritira, però rileva Marko Jaric dalla Fortitudo e porta a Bologna Rashard Griffith, Black Macigno. Con lui ci sono Matjaz Smodis, Antoine Rigaudeau. Lotta a suon di miliardi (di vecchie lire) per ingaggiare Andrea Meneghin. Menego junior finisce in via San Felice, Madrigali si consola con Manu Ginobili e la crescita esponenziale dell’argentino, regala alla Virtus nuove certezze. La Coppa Italia conquista a Forlì, poi l’Eurolega – la prima sotto la nuova sigla – al termine di cinque gare con il Tau Vitoria allenato proprio di Dusko Ivanovic. E infine lo scudetto, 3-0 alla Fortitudo. Grande Slam al primo colpo: Madrigali appare un predestinato al punto che, oltre alla presidenza Virtus, aggiunge quella della Lega Basket.

Un anno dopo, ancora una Coppa Italia sempre a Forlì, l’Eurolega persa in casa, a Casalecchio, con il Panathinaikos e, prima ancora, nel marzo del 2002, l’esonero di Ettore Messina, dopo un -33 incassato a Pesaro.

Ettore Messina in quel momento è qualcosa di più di un’icona per il mondo Virtus: in un match interno con Trieste, i tifosi si ribellano. Il pubblico invade il parquet con relativa sospensione momentanea del match. Qualche malintenzionato cerca il contatto fisico con Madrigali. Antoine Rigaudeau, che in quel momento è il capitano, sale sul tavolo dei giudici di campo e, microfono alla mano, riporta tutti alla calma. Il patron poi ci ripensa, ma il feeling con Messina ormai si è spezzato. Nell’estate del 2002 la panchina viene data all’ex ct azzurro, Boscia Tanjevic. La Virtus nel frattempo ha messo sotto contratto Sani Becirovic. Lo sloveno si rompe e un certo punto il club smette di pagarlo.

Le difficoltà della Cto si ripercuotono nel club: la Virtus non si qualifica per i playoff, ma non sa ancora che l’estate del 2003 sarà quella più calda. Madrigali convince Sergio Scariolo, ha piani e idee di rivincita: ma il lodo Becirovic è una spada di Damocle. All’inizio di agosto 2003, il consiglio federale esclude la Virtus dai campionati. La decisione viene ripetuta il 31 agosto: la Virtus non è fallita, ma non può giocare in serie A. Prima osannato dai tifosi bianconeri, poi, in quel frangente, pure dai sostenitori della Fortitudo che, vista la sparizione della Virtus, gli dedicano un busto al PalaDozza. Due anni dopo il Grande Slam, Madrigali lascia a Claudio Sabatini, che riparte da Castel Maggiore. Nel frattempo la Cto fallisce, Madrigali si fa da parte, ma continua a lavorare. Al palasport non si vede più, continua a vivere a Riale di Zola Predosa. Ricompare qualche anno più tardi, nel 2009, come coordinatore della Lago-Black Bean Games, parte del Gruppo Leader che in passato era stato proprio in concorrenza con il mondo e la realtà Cto.

Lontano dai riflettori e dai canestri, Madrigali prosegue il suo percorso. Poi, negli ultimi tempi, problemi di salute. La situazione si aggrava, mister Cto – così come era chiamato all’inizio di questo secolo – non ce la fa. Martedì, nella chiesa della Certosa, alle 15,15, l’ultimo saluto all’ex patron bianconero.