Sanità, calano le visite saltate o non disdette. Nel 2016 multe per 1,4 milioni

I dati dell’Ausl su città e provincia: oltre 50.000 prestazioni non erogate nel primo anno di applicazione della legge

Visita medica specialistica: una paziente si prepara a una Tac

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Bologna, 2 gennaio 2018 – Poco meno di un milione 400mila euro in soli otto mesi. Tanto vale, nel Bolognese, l’ammontare delle sanzioni inflitte dall’Ausl agli utenti che non hanno disdetto nei tempi previsti – o non si sono presentati nonostante l’appuntamento preso – alle visite specialistiche. Sanzioni, introdotte dal 4 aprile 2016 per effetto della legge regionale 2/2016, che a fine 2016 hanno raggiunto il milione 368.146 euro secondo i dati diffusi dall’aziena sanitaria in risposta al consigliere regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami. I dati non tengono conto delle prestazioni urgenti nelle 24 ore, né della prestazioni per le quali intercorrono al massimo due giorni lavorativi tra la data di prenotazione e l’appuntamento, casistiche queste escluse dal regime sanzionatorio.

Stando ai dati del 2016, in città e provincia sono state ben 13.395 le prestazioni che i professionisti dell’Ausl non hanno potuto fornire perché il cittadino non si è presentato e altre 37.353 quelle ‘saltate’ perché disdette fuori termine, per un totale di 50.748 verbali di sanzione inviati agli utenti. Un trend analogo si è registrato anche nel territorio dell’Ausl di Imola, dove il valore economico delle prestazioni perse ammonta a 141.510 euro con 987 casi di mancata presentazione e 4.353 di mancata disdetta nel 2016.

Al 31 ottobre 2017, l’Ausl ha incassato 111.266 euro (32mila nell’Imolese). Le disdette, invece, hanno raggiunto quota 301.509 prestazioni (29.879), pari a sei volte quelle ‘perse’. E tenuto conto del dato parziale del 2017 (fino a ottobre), il regime sanzionatorio sembra stare dando i suoi frutti: 9.968 verbali inviati.

«Si tratta di una misura che nasce per sensibilizzare la popolazione all’importanza delle disdette, favorendo così la possibilità per altri soggetti di svolgere esami – commenta il consigliere azzurro –. Riteniamo necessario, però, che non si traduca nell’ennesimo strumento per mettere le mani nelle tasche dei cittadini e al riguardo è importante renderlo più elastico soprattutto laddove la disdetta venga fatta ma non nel termine previsto. Possono esistere casi e imprevisti – va avanti – che non consentono di disdire nei termini senza che questo significhi una colpa da parte del cittadino. Il numero di disdette fatte fuori termine dimostra che la questione esiste».

Prima della fine del 2017, intanto, la Regione ha licenziato la proroga di un anno – fino al 31 dicembre 2018 – del pacchetto di misure straordinarie vigenti l’anno scorso e che riguardano i lavoratori colpiti dalla crisi, le famiglie indigenti e i terremotati del 2012. «Con questa decisione ribadiamo il nostro impegno concreto per sostenere chi vive in condizioni di forte disagio economico o di particolare difficoltà legate al terremoto – sottolineano gli assessori alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, e alla Ricostruzione post sisma, Palma Costi –. Nonostante la ripresa produttiva e occupazionale che sta interessando l’Emilia-Romagna, anche grazie alle politiche messe in campo dalla Regione, ci sono ancora sacche di disagio che non possiamo e non vogliamo ignorare. E per una famiglia in difficoltà, vedersi garantite a fine anno queste prestazioni costituisce un pensiero in meno».

L’impegno della Regione per il mancato introito del ticket relativo al 2018 si stima possa superare un milione 700mila euro, considerando complessivamente le misure anticrisi (un milione 600mila) e quelle per le popolazioni colpite dal sisma (150mila euro). Le misure vanno dall’esenzione dal ticket per visite, esami specialistici e assistenza farmaceutica, alla distribuzione gratuita dei farmaci di fascia C, a seconda dei destinatari interessati dal provvedimento.

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