"Vogliamo ripopolare il paese fantasma"

Un’associazione punta al recupero di Chiapporato, abbandonato da dieci anni, per farne una comunità destinata a rifugiati e persone fragili

"Vogliamo ripopolare il paese fantasma"

Un’associazione punta al recupero di Chiapporato, abbandonato da dieci anni, per farne una comunità destinata a rifugiati e persone fragili

Una nuova vita per Chiapporato, il paese fantasma al confine fra le province di Bologna e Prato. I soci dell’associazione Glocal Community, guidata dall’educatore Joy Betti, sono al lavoro per ripopolare il borgo di Camugnano. Glocal Community nasce da un progetto selezionato dalla Commissione Europea durante un concorso di idee per l’integrazione dei rifugiati. "Inizialmente abbiamo individuato Libertinia in Sicilia – esordisce Betti –. Poi ci siamo spostati su Chiapporato, più vicino a Bologna, dove sono rimasto dopo gli studi".

Il progetto muove i primi passi verso la fine del 2020 ma alcuni atti di vandalismo ne hanno rallentato il percorso. La canonica, dove sorgerà un centro polifunzionale, è il fulcro da cui far partire il recupero degli edifici. Chiapporato, malgrado la storia di secoli, non ha resistito alle sirene della modernità: a poco a poco gli abitanti si sono spostati verso altre località. A favorirne l’abbandono hanno contribuito la posizione del paese, raggiungibile solo da una strada sterrata, e il ritardo dei servizi: l’elettricità arriva nel 2005 e l’acqua viene da una sorgente.

"Vorremmo che Chiapporato fosse solo il primo di molti paesi recuperati – spiega Betti –. La comunità che costruiremo sarà decisiva per il successo dell’iniziativa. Una comunità aperta alle fragilità esistenti e in grado di adattarsi ai bisogni del contesto locale". Non solo teoria, nell’approccio di Glocal Community, ma tanta concretezza. Oggi, grazie alla collaborazione con l’associazione Arca, sarà organizzata una giornata per reperire i volontari disponibili a dare una mano. Nei giorni 31 agosto e 1° settembre è prevista l’inaugurazione del progetto, con la partecipazione degli interlocutori istituzionali e di coloro che vorranno saperne di più. Per regolarizzare le opere sugli edifici inutilizzati da anni si sta pensando di indennizzare i proprietari con una cifra simbolica. "Non vedo ragioni per cui qualcuno si potrebbe opporre – confida Betti –. Saremo rispettosi della volontà di tutti". A settembre si svolgerà un corso di permacultura, una pratica agricola rispettosa dell’ambiente e, già dall’autunno, la canonica sarà abitata. "Ringrazio Fabio Righi di ARCA per la collaborazione. Poi Irene, la nostra portavoce, Sergio, Ricky e Jody che stanno presidiando la canonica per evitare altri danni". L’ultima casa ha chiuso i battenti nel 2014, quando Vilma Marchetti se n’è andata a vivere a Castiglione dei Pepoli dopo la morte della madre Zelia. Per informazioni contattare Joy 3337235350, Irene 3534145301 e Sergio 3773544702.

Fabio Marchioni