Ci sono due posizioni difficili da conciliare quando si parla del rumore provocato dall’aeroporto Marconi. I cittadini che abitano dalle parti del quartiere Navile protestano storicamente soprattutto per l’affollamento dei voli notturni. La città cresce dal punto di vista turistico e quindi cresce pure la circolazione degli aerei. Ora il sindaco Matteo Lepore ha alzato la voce chiedendo al governo lo stop del traffico di notte. È improbabile dare ragione totale solo ad una delle due parti in causa in attesa che l’Enav vari il progetto di voli a basso impatto di rumore slittato a settembre. Viene da pensare che la soluzione, anche se non perfetta, poteva essere adottata da tempo: diminuire, o cancellare, i voli notturni, e varare un piano molto più vasto di fornitura di infissi antirumore nell’area più sotto pressione. Non ha però tutti i torti il presidente del Marconi, Enrico Postacchini, nel sottolineare che a questo punto non è possibile annullare tutte le rotte previste per l’estate. La città subirebbe un danno economico disastroso. Le parti in causa hanno tergiversato troppo, girando intorno al problema e con poca decisione. A questo punto, realisticamente parlando, è necessario ritoccare, senza far danni, per quel che si può il traffico notturno e chiedere ai cittadini del Navile ancora un po’ di pazienza (anche se hanno motivi per dichiararla esaurita) e dare un ultimatum deciso a Enav per settembre.
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