Voto al veleno sul Comitato per Marzabotto

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È finita tra le polemiche la nomina dei due nuovi rappresentanti della Città Metropolitana nell’Assemblea del Comitato Onoranze ai Caduti di Marzabotto, voluto da Dante Cruicchi, ex sindaco di Marzabotto e che fece conoscere l’Eccidio di Monte Sole a decine di capi di Stato di tutto il mondo, e istituito dalla Regione Emilia Romagna con la legge 47 del 1982. Polemica tutta in casa dell’opposizione, che si era presentata in Consiglio metropolitano con due candidature: Carlo Monaco (assessore alla Pubblica istruzione di Vergato), proposto dal gruppo di Rete civica, e Luca Alessandrini (Istituto storico Parri), proposto da Dora Palumbo (ex M5s, ora gruppo misto). Ma al momento del voto nessuno dei due è passato.

A questo punto è uscito fuori il nome del civico Lorenzo Mengoli (consigliere comunale a Bentivoglio) che ha spaccato le minoranze e spinto il gruppo Uniti per l’alternativa a non partecipare al voto. "Data la sua appartenenza politica all’estrema sinistra – afferma Erika Seta, capo di questo gruppo – per noi la candidatura di Lorenzo Mengoli era irricevibile. Invece, abbiamo sostenuto la candidatura di Monaco che, però, è stata fatta saltare dai suoi stessi sostenitori". Amaro, invece, il commento di Alessandro Santoni, capogruppo di Rete civica e sindaco di San Benedetto Val di Sambro.

"Quando si vota a colpi di maggioranza – afferma – si rischia sempre di bruciare i candidati migliori come Monaco". Passata a pieni voti la nomina di Fabrizio Tosi, presidente dell’Aned (Associazione dei deportati), proposto dal Pd che insieme a Mengoli è andato a sostituire le dimissionarie Raffaella Santi Casali (del gruppo Pd) e Marta Evangelisti (del gruppo Uniti per l’Alternativa), nominate a giugno 2018. "Il nostro apporto nell’Assemblea del Comitato Onoranze ai caduti era quasi nullo – sostiene quest’ultima – le nostre proposte non sono state mai accolte, come quella del progetto del professor Dario Mingarelli su una giornata di studio che portasse al superamento delle contrapposizioni politiche nei fatti tragici della strage di Marzabotto. È da sei mesi che ci siamo dimesse e in tutto questo tempo non si è trovato l’accordo per sostituirci".

Nicodemo Mele

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