West Nile, torna l’incubo a Bologna. In un mese dodici casi

L’ultimo caso a San Giovanni, la vittima è una donna. Sotto osservazione Budrio, Molinella e Galliera

Il virus della West Nile è stato isolato nelle campagne della pianura bolognese già dallo scorso 18 giugno

Il virus della West Nile è stato isolato nelle campagne della pianura bolognese già dallo scorso 18 giugno

Bologna, 12 agosto 2018 – Dodici casi di febbre da West Nile nel territorio della nostra provincia. Quattro anziani sono stati ricoverati, mentre una donna nei giorni scorsi si è presentata al Pronto soccorso di San Giovanni in Persiceto: aveva la febbre e un’eruzione cutanea, ma dopo i controlli dei sanitari è potuta rientrare a casa.

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«Il virus è stato isolato nelle campagne della pianura dal 18 giugno – spiega Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl – e da inizio luglio fino a questa settimana abbiamo avuto dodici casi di contagio. La più colpita è la zona della pianura est e ovest con i centri di San Giovanni, Budrio, Molinella e Galliera. Quattro anziani sono stati ricoverati perché hanno sviluppato la sintomatologia neurologica, ma passata la fase acuta sono già stati dimessi. La donna visitata al Pronto soccorso di San Giovanni, invece, aveva una forma molto lieve. Recentemente, purtroppo, è stato segnalato un cavallo malato, già abbattuto, che non era stato vaccinato».

Scheda: che cos'è il virus, sintomi e prevenzione

Cos'è
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La zanzara Culex, vettore del virus, è diffusa prevalentemente in campagna, vicino a corsi d’acqua. «Quando la zanzara è infetta – osserva Pandolfi – se punge l’uomo o il cavallo trasmette il virus». In queste condizioni, si alza l’attenzione verso i donatori di sangue. «Da quando il virus circola, i donatori sono stati sempre controllati con un test specifico e infatti tra i dodici casi del Bolognese – osserva Pandolfi – tre sono donatori, ai quali è stata sospesa l’attività, per evitare che i pazienti che ricevono le trasfusioni possano essere infettati».

L’epidemiologo raccomanda la prevenzione: «Quella personale va fatta con repellenti, che però hanno una durata di 2-4 ore, e indossando pantaloni e abiti a manica lunga; oppure sul territorio con disinfestazioni o utilizzo di larvicidi». È nei laboratori del Centro di riferimento regionale per le emergenze microbiologiche della Microbiologia del Sant’Orsola che arrivano le provette da analizzare.

«Il nostro Centro riceve ogni giorno un numero elevato di  campioni  biologici come sangue, siero, urina o liquor – precisano la professoressa Maria Carla Re, direttore della Microbiologia, e la dottoressa Giada Rossini –  provenienti da soggetti in cui esiste un sospetto clinico di infezione e procede a esaminare la presenza di anticorpi specifici e la presenza del virus mediante metodi molecolari su sangue, urine e liquido cerebrospinale. I risultati delle indagini effettuate vengono trasmesse tempestivamente al reparto richiedente, al Dipartimento sanità pubblica territorialmente competente e al Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica regionale il quale a sua volta comunica all’Istituto superiore di Sanità i casi confermati. Da giugno in Emilia-Romagna ci sono stati 25 casi di West Nile manifestati nella forma neuro-invasiva, 20 casi di febbre conclamata e 17 casi in donatori di sangue».

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