XRam, da Bologna la nuova connessione cellulare del futuro

Si sperimenta vicino alla casa natale di Guglielmo Marconi la rete per cellulari senza impianti fissi. Con la tecnologia software decuplicata la velocità

Remo Ricci, general manager di Teko Telecom

Remo Ricci, general manager di Teko Telecom

Bologna, 23 marzo 2018 – È singolare che il futuro delle telecomunicazioni, avendo tutto il mondo come possibile scenario, alla fine abbia scelto Bologna per palesarsi. E neanche la sua zona industriale: piuttosto le stradine e i palazzi storici del centro. Lì, nei mesi scorsi, svelano Tim e la bolognese Teko Telecom, per la prima volta al mondo è stata sperimentata una connessione wireless interamente software, che non ha bisogno alcuno di passare dalla rete di telefonia mobile.

Singolare la location, ma poi neppure tanto, visto che tutto è accaduto a pochi metri dalla casa dove 144 anni fa nacque l’inventore della radio, Guglielmo Marconi. Questo è stato raccontato all’ultimo Mobile World Congress di Barcellona, il più importante appuntamento sulla tecnologia mobile. E poco importa se, pur lambendo casa Marconi, l’operazione sia partita nei fatti 750 metri più in là, al Tim#Wcap, l’acceleratore di startup e ‘open air lab’ di Tim.

La sperimentazione, chiariscono entrambe le società, ha più valore perché fatta in una zona ad alta densità di popolazione, nel centro frenetico e affollato di una città. Il che si traduce in una miriade di telefoni connessi via wireless alla rete. Rete che oggi, caduto l’ultimo tassello fisico (una stanza, da qualche parte, nei pressi del punto dal quale ci colleghiamo, piena zeppa di tecnologie surriscaldate e di fili elettrici), si fa definitivamente aerea e virtuale.

«Per chi è del nostro settore – sorride Remo Ricci, general manager di Teko Telecom – questo nostro prodotto è paragonabile alla sostituzione delle lampade a olio con le lampadine elettriche». Il software sperimentato a Bologna grazie a Tim e Inwit si chiama XRan, è una tecnologia di ’Ran virtualization’, e se non è ancora la rete 5G, è «una soluzione che nasce per sviluppare e sfruttare tutte le potenzialità ancora inespresse del 4G – sottolinea Ricci – supportando per la prima volta prestazioni simili al 5G».

Ovvero? «Scaricare un film in Hd dieci volte più velocemente di quanto non si faccia oggi, e grazie a una tecnologia software in grado di girare su un normale pc, che sostituisce una centralina ingombrante e dispendiosa in termini di consumi energetici». Soddisfatta anche Tim: «Siamo lieti di aver di aver partecipato a questo importante salto – ha spiegato il cto Giovanni Ferigo – Sembra molto promettente per l’evoluzione dell’attuale e delle future aree ad alta densità nelle nostre reti». Tutto Made in Bo, assicura Ricci, che a Castel San Pietro guida un’azienda di più di 200 dipendenti (età media 36 anni) che realizza l’80% del fatturato fuori dall’Italia.

Usa compresi, dove la casa madre, la Jma Wireless, ha affidato all’Italia lo sviluppo di questo tipo di tecnologie. La stessa, per dire, che in febbraio, al Super Bowl di Minneapolis, ha permesso a 67mila persone pigiate in uno stadio di inviare video, foto e messaggi audio a raffica e in contemporanea, senza fare saltare la rete. «Ma nulla – chiarisce Ricci – sarebbe stato possibile senza una rete stretta di collaborazioni col territorio». E cita l’Università di Bologna, «dalla quale arrivano i nostri ingegneri migliori», la Regione «che sta supportando il nostro piano di crescita», il liceo Leonardo da Vinci di Casalecchio di Reno e l’Istituto Alberghetti di Imola, «che frequentano la nostra azienda in alternanza scuola-lavoro e su cui contiamo molto, per il futuro».

Il comune di Castel San Pietro, «dove sta sorgendo un nuovo stabilimento di 12mila metri quadrati». E Guglielmo Marconi, «da cui tutto è cominciato, e che celebreremo presto, qui in sede, con un museo realizzato a nostre spese». Quel po’ di gratitudine, che non guasta mai.

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