Zaki, il messaggio dal carcere in una lettera: "Io sto bene"

Ha rassicurato la famiglia. sulle sue condizioni di salute. Gli attivisti: "Non riceve quello. che scrivono parenti e amici"

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"Sono in buona salute e spero che tu sia in buona salute". Con queste parole in una lettera brevissima Patrick George Zaki dal carcere di Tora, alle porte del Cairo, ha provato a rassicurare i suoi familiari. Lo comunicano sui social gli attivisti di ‘Patrick Libero’, sottolineando che la famiglia è riuscita a mandargli del cibo, ma resta preoccupata "per la sua salute mentale", proprio a causa delle brevi parole e del suo tono formale.

Zaki, lo studente egiziano 29enne iscritto all’Università di Bologna, è in carcere in Egitto da sette mesi con accuse che annoverano anche la propaganda sovversiva e l’istigazione alla violenza. La settimana scorsa, sottolineano gli attivisti, la famiglia ha potuto vederlo e ha scoperto che il ragazzo invia regolarmente lettere ai suoi cari, ma soltanto due sono state recapitate, quelle in cui li rassicurava sul proprio benessere, mentre non ha ricevuto le tante lettere che gli sono state inviate da familiari e amici.

"Questa situazione nebbiosa si è prolungata – proseguono gli attivisti –, sia nelle visite che nella comunicazione, e ha contribuito al deterioramento dello stato mentale di Patrick, che non ha ricevuto nemmeno le lettere scritte con parole che avrebbero potuto rallegrarlo. Questo stato è diventato preoccupante per la sua famiglia e i suoi amici e non sappiamo quando finirà. Chiediamo di porre fine a queste condizioni di visita confuse e nebbiose, di comunicare correttamente fino alla prossima udienza e rinnoviamo la nostra richiesta per il suo rilascio".

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