Zona gialla da lunedì 1 febbraio, i ristoratori di Bologna in rivolta

Alcune attività oggi protesteranno contro il dietrofront del governo, un balbettio comunicativo che ha spiazzato gli esercenti. La tra ttoria Bertozzi offrirà il pranzo a chi ha prenotato. Biagi amaro: "Un’altra beffa dopo il tonfo di fatturato nel 2020"

I titolari della trattoria Bertozzi:  Alessandro Gozzi e Fabio ‘Olly’ Berti

I titolari della trattoria Bertozzi: Alessandro Gozzi e Fabio ‘Olly’ Berti

Bologna, 31 gennaio 2021 - "Non è mica una questione di soldi. Qui ci sentiamo semplicemente presi in giro. Ed ecco perché restiamo aperti". E’ chiaro il punto di vista di Fabio Berti, per tutti ‘Olly’, uno dei titolari della trattoria Bertozzi di via Andrea Costa. E uno dei ristoratori più amareggiati dal dietrofront di due giorni fa del governo, quando a un primo annuncio che decretava l’Emilia-Romagna regione ‘gialla’ ha fatto seguito una dolorosa correzione del ministro della Sanità, Roberto Speranza: la zona ’gialla’ parte da lunedì 1 febbraio.

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A mare le prenotazioni, a mare gli incassi, a mare anche la materia prima già predisposta. Ma i ristoratori bolognesi – una manciata di loro oggi dovrebbe comunque rimanere aperta al pubblico, a meno di ripensamenti dell’ultim’ora – ne hanno fatto una questione di principio. E di poca correttezza. "Abbiamo fatto la spesa, abbiamo speso dei danari, avevamo il ristorante pieno – racconta Olly del Bertozzi –. E poi venerdì nel giro di due ore prima ci confermano tutto, poi ci chiudono. Ma cos’è, una provocazione? Ci sembra un’enorme presa in giro. E non è una questione economica, proprio no, incasseremmo di più a fare del delivery – continua Berti –, si tratta di una scorrettezza nei confronti della nostra categoria e non aprire, secondo me, vorrebbe dire non volere bene a se stessi".

La trattoria Bertozzi resterà sì aperta, ma offrendo il pranzo a chi andrà. "Qualcuno ha disdetto, altri no. Non abbiamo paura della multa, e non ne hanno nemmeno i clienti. Come si dice? ’Male non fare, paura non avere’. Non siamo degli untori, abbiamo sempre rispettato tutte le prescrizioni adeguandoci a ogni protocollo. La domenica è un giorno importantissimo e non possiamo accettare una cosa così".  

Tra i ristoratori bolognesi che manifesteranno il loro dissenso, oggi, c’è anche lo storico Biagi, oggi in via Saragozza. "Ci chiediamo se lì a Roma abbiano degli uffici che curano la comunicazione, perché quanto successo venerdì è stato incredibile – sottolinea Fabio Biagi –. Non puoi sbagliare l’annuncio delle 18 e correggermelo in quella maniera a sera, per bocca del ministro. Ci hanno indicato come untori, ma noi teniamo gli ambienti puliti, trattiamo alimenti da sempre e abbiamo aderito a tutto quello che ci è stato chiesto. E questa del dietrofront è l’ennesima presa in giro. Ma con chi pensano di avere che fare?".

Il ristorante Biagi oggi sarà aperto, ma non per il pubblico. "Non me la sento di far pagare la multa ai miei clienti – continua Fabio –. Terremo però acceso il locale, come segnale, sarà tutto illuminato. Ma non farò entrare nessuno. Questo balletto è stato terribile, e si aggiunge al 70% in meno di fatturato che abbiamo avuto lo scorso anno. Qui ci parlano di ridurre delle tasse, ma se uno è in negativo mica può pagarle. Qui bisognerebbe pensare a chiedere dei ‘tombali’ (inteso come condono, ndr ): per quello che non sarà pagato nel 19, 20 e 21, e forse anche 22, dovrebbe intervenire un saldo e stralcio un domani, bisognerà pensare in avanti".  

Aspetterà di aprire lunedì invece Giovanni Favia, ex consigliere regionale M5s – poi fuoriuscito – e attuale gestore di alcuni locali, come il Va Mo Là e A Balus. "A noi chi ci indennizza questo danno morale e materiale – attacca Favia –. Noi ristoratori abbiamo fatto i salti mortali per essere pronti domenica, e ora come la mettiamo con gli approvvigionamenti già preparati? Me non parlare del personale, dei fornitori, del tovagliato. Ci sembra di sognare, un sadismo senza precedenti. Avei fatto 100 coperti di domenica, in mezzo alla settimana ne faccio 10. C’è un totale menefreghismo nei nostri confronti".

Infine, il Comitato per la tutela dei ristoratori bolognesi, che ha inoltrato un ricorso al Tar. "Uno slittamento illogico – si legge nella nota –, le ordinanze del venerdì entravano sempre in vigore la domenica. E dannoso per le attività, che erano già pronte e che sono state colpite anche nell’immagine".  

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