Bologna, 11 dicembre 2022 - La Ztl e la ciclabile in via Irnerio "non sono nell’agenda della giunta". Lo stop alle richieste del Quartiere Santo Stefano – contenute in un recente ordine del giorno approvato dal centrosinistra, con corollario di polemiche – viene proprio da Palazzo d’Accursio.
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La chiusura di Valentina Orioli, assessora nuova mobilità e infrastrutture della giunta Lepore, è netta. Per non alimentare equivoci. "Non c’è alcuna ipotesi Ztl in via Irnerio – avverte la Orioli –. La questione non è stata mai discussa né decisa dalla giunta. Non ci saranno quindi modifiche di tale natura alla viabilità di quella zona".
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La richiesta viene dalla stessa maggioranza di centrosinistra che governa in Comune.
"La maggioranza in Quartiere ha programmi e obiettivi legittimi. Ma il compito di programmare gli interventi è della giunta comunale. E noi non possiamo farci dettare le priorità".
Qual è, al momento, la priorità in tema di mobilità?
"Siamo impegnati in un percorso ampio che, a partire da giugno 2023, porterà alla cosiddetta ‘Città 30’".
Questo percorso contrasta con le richieste del Santo Stefano per via Irnerio?
"Il progetto ‘Città 30’ si configura come un Piano particolareggiato del traffico urbano. Sono previsti diversi passaggi successivi, che vanno affrontati in un quadro complessivo secondo criteri di opportunità ed equilibrio".
Anche la nuova ciclabile lungo via Irnerio è bocciata?
"In questo momento non è in previsione. Ripeto, il percorso che abbiamo iniziato prevede altre priorità da mettere in fila".
Come sarà la ‘Città 30’?
"Una griglia di strade con limite di velocità abbassato a 30 chilometri l’ora e una rete di viabilità principale un po’ più veloce, ai 50 all’ora".
Si è parlato di via Andrea Costa a 30, dei viali ai 50. Si possono fare nomi di altre strade interessate?
"Un gruppo tecnico è già al lavoro per definire i dettagli. Il piano sarà oggetto di valutazione con i Quartieri, Tper, i tassisti e tutti i soggetti della mobilità. È presto per anticipare nomi di strade da inserire nella ‘Città 30’. Su tutto ci sarà un confronto".
Su che cosa vi basate per scegliere dove abbassare i limiti?
"Per esempio sulla caratteristica delle varie strade. Faremo le scelte necessarie a raggiungere il nostro obiettivo: vogliamo che Bologna vada più piano".
Volete paralizzare la città, è una delle critiche più frequenti.
"Il nostro obiettivo dichiarato è ‘morti zero’. Quindi metteremo in campo una serie di azioni che, riducendo la velocità, riducano anche la gravità degli incidenti. In questi ultimi anni abbiamo visto che, anche dove sono stati fatti interventi leggeri, come gli incroci rialzati, il tasso di incidenti è sceso del 50-60%, a seconda delle zone della città".
Qual è l’iter per arrivare a regime con la ‘Città 30’?
"Un primo step prevede segnaletica e regole; poi controlli e comunicazione; infine si lavorerà sulla trasformazione degli spazi fisici".
Che genere di trasformazione?
"Per esempio aree pedonali scolastiche, come già davanti alle Tambroni. E ancora carreggiate ridisegnate, passaggi pedonali rialzati, incroci ridisegnati. Chi entrerà in una ‘zona 30’ dovrà percepire il cambiamento".
Riuscirete a chiudere il progetto entro la fine del mandato, nel 2026?
"Corriamo per farcela. Per realizzare un progetto all’altezza degli investimenti previsti e della legittima aspirazione della città".
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