Casini su Zuppi: "Un leader che ridarà peso alla Cei"

Il senatore commenta la nomina dell’arcivescovo: “Saprà parlare a tutti i cattolici, senza pregiudizi. Oggi c’è bisogno di questo“

Migration

Bologna, 25 maggio 2022 - "Sì, a dire il vero un po’ me l’aspettavo". Il senatore Pier Ferdinando Casini non è stato colto di sorpresa, almeno non del tutto, dalla nomina del cardinale Matteo Zuppi a capo dei vescovi italiani.

Anche se – dopo avere visto svanire sul traguardo la propria elezione a presidente della Repubblica nel gennaio scorso – l’ex presidente della Camera ammette: "I fatti dimostrano che chi entra papa in conclave esce cardinale. Temevo che anche Zuppi corresse questo rischio".

Qual è stato il suo primo pensiero alla notizia che papa Francesco aveva nominato l’arcivescovo Zuppi al vertice della Conferenza episcopale italiana?

"Ho pensato che la nomina di Zuppi, così com’è avvenuta, fosse il frutto di un fatto molto importante".

Quale?

"Si è saldata la volontà del Papa con quella dell’episcopato italiano. Si potevano temere incomprensioni e contrapposizioni fra la volontà di papa Francesco e il corpo dell’elettorato dei vescovi. Invece, sul nome di Zuppi è emersa una volontà univoca".

Vista la concorrenza in campo, a suo parere è stata la scelta migliore?

"Tante volte, per arrivare a fare scelte condivise, si va a scapito della qualità. Con Zuppi, invece, la scelta condivisa mette al centro del villaggio un vero leader. Una persona che, come dev’essere il presidente della Cei, sia un po’ come la moglie di Cesare, se mi si passa la battuta. Che cioè non solo sia super partes, ma sappia anche apparire super partes".

Che significato può avere, per la Conferenza episcopale, questa nomina?

"Negli anni c’è stato un certo... calo di peso della Cei. Dovuto ai mutamenti che ci sono stati, a una certa deitalianizzazione della Curia. Il compito che attende Zuppi è quindi molto importante".

Che cosa auspica, per il futuro della Cei?

"Oggi c’è bisogno che la Cei parli a tutti i cattolici italiani. Perché non c’è dubbio che il pontificato di Francesco, di grandissimo rilievo storico, non è condiviso da tutti con lo stesso entusiasmo".

Il nostro cardinale è la persona giusta?

"Non c’è dubbio. Il Papa ha scelto una persona che sa parlare con tutti. Ho studiato bene Zuppi, in questi suoi anni bolognesi. È una persona che ha senz’altro opinioni personali radicate, come tutti, ma ha anche una grandissima dote: non è fazioso".

Costruire ponti, è uno dei motti del cardinale.

"Ed è quello che fa. Zuppi è una figura ecumenica. È una persona onesta che parla a tutti, senza pregiudizi. E di questo, ripeto, oggi c’è un grande bisogno. Da questo punto di vista, anche le reazioni alla sua nomina a presidente della Cei da parte di tutti i settori della politica sono indicative".

Che significato ha la nomina di Zuppi per la nostra città?

"Torniamo ad avere un grande pastore della Chiesa di Bologna alla guida dei vescovi italiani. Come già fu con il cardinale Antonio Poma (presidente della Cei dal 1969 al 1979, ndr ). Bologna torna a essere crocevia per il Paese e per la Chiesa italiana".

Il ruolo nazionale di Zuppi avrà ricadute anche sulla diocesi?

"Questa nomina al vertice della Conferenza episcopale rafforza senza dubbio anche la Chiesa di Bologna. Certo, dovremo abituarci ad avere un vescovo a mezzo servizio. Ma sono certo che la gioia autentica di tutti i bolognesi compenserà il dispiacere di vederlo un po’ meno sotto le Due Torri, perché impegnato a livello nazionale".

Oggi, intanto, l’arcivescovo farà il suo esordio a Bologna dopo la nomina.

"La presenza di Zuppi in piazza, con l’immagine della Madonna di San Luca, per la benedizione ai bolognesi, sarà un primo momento per realizzare la comunione vera fra la Chiesa di Bologna e la chiesa italiana".

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro