AMALIA APICELLA
Cronaca

Zuppi celebra la Passione: "Non abituiamoci all’ingiustizia. Ritroviamo la nostra umanità"

Il cardinale in San Pietro, poi guida i fedeli durante la Via Crucis in via dell’Osservanza. Le meditazioni sono state curate da volontari e operatori dell’Istituto penale minorile.

La folla dei fedeli durante la Via Crucis che, come da tradizione, si è snodata su via dell’Osservanza

La folla dei fedeli durante la Via Crucis che, come da tradizione, si è snodata su via dell’Osservanza

Si radunano a centinaia, i fedeli, davanti all’altare spoglio. Senza drappi, solo la freddezza del marmo. Nella cattedrale di San Pietro riecheggia l’invito al silenzio con cui prende avvio la liturgia della Passione. Per iniziare la celebrazione il cardinale Matteo Maria Zuppi si stende sul pavimento, davanti alla croce. Prega in silenzio, in segno di adorazione e di richiesta di perdono e di penitenza. Della croce parla tutta l’omelia. "Davanti alla quale non si può restare indifferenti", spiega Zuppi. Fermarsi significa "guardare il volto umano di Cristo e del nostro fratello". Un’immagine potente e necessaria in tempi di guerra.

"Il mondo è segnato da violenze che coltivano la pericolosa illusione di combattere male con il male – prosegue il cardinale –. Chiediamoci dove sia finita l’umanità. Dove sia finito il cuore, se ci abituiamo all’ingiustizia secondo cui la vita di tanti non vale niente. Dove siamo finiti quando facciamo crescere l’odio e l’ignoranza". L’unica via di salvezza è l’amore, che "affronta le delusioni e ci aiuta a ritrovare l’umanità", continua Zuppi. Delusioni come "lo scherno volgare dei ricchi e dei forti" da affrontare con "amore e speranza".

La sera, lungo via dell’Osservanza, i tanti fedeli vengono guidati da Zuppi durante la Via Crucis cittadina. Le meditazioni sono curate da volontari e operatori dell’Istituto Penale minorile del Pratello. "Se San Giuseppe fosse presente come personaggio della via Crucis – dicono gli autori – sarebbe perfetto per questa nostra meditazione: a lui toccò in sorte di prendersi cura di un figlio non suo. Un po’ come è accaduto a chi ha curato le meditazioni dell’odierno Venerdì santo: donne e uomini che, per professione o scelta volontaria, si prendono cura dei ragazzi del nostro Istituto penale minorile di Bologna, figli non loro, complessi e meravigliosi, ma che appartengono alla loro vita in un reciproco prendersi cura".

I ragazzi dell’Ipm "oggi sono il Cristo che passa accanto a noi", dicono i volontari chiedendo la forza di "poter prendere la loro croce e vivere al loro fianco, per essere con loro e come loro". Il venerdì santo è anche il giorno della colletta per la Terra Santa, a sostegno di tutte le istituzioni caritative ed educative della chiesa madre di Gerusalemme. A beneficiarne, sotto diverse forme di sostegno sono Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. Due giorni fa, Giovedì santo, si è tenuto invece il consueto gesto della lavanda dei piedi, simbolo dell’amore di Cristo nei confronti dei discepoli. Durante la cerimonia il cardinal Zuppi ha lavato i piedi a una famiglia ucraina, una palestinese e ad alcune persone fragili del centro storico assistite dalle realtà caritative.