Bologna, 11 maggio 2025 – Le campane risuonano in via Indipendenza, mentre sotto al sole turisti e bolognesi passeggiano. Qualcuno si affaccia in Cattedrale, altri sono già dentro e hanno riempito tutte le file dalla prima all’ultima. Matteo Zuppi ha chiamato tutta la città alla messa di ringraziamento per l’inizio del pontificato di Leone XIV. E Bologna ha risposto. A centinaia.

La celebrazione inizia e tra i fedeli ecco anziani, bambini, turisti, politici. “Qualcuno è venuto solo per fare foto”, come commenta un signore. Chi non ha trovato posto si è sistemato in fondo o ai lati. Ci sono la vicesindaca Emily Clancy e l’ex sindaco Virginio Merola, c’è l’ex ministro Gian Luca Galletti.
È il ritorno di don Matteo sotto le Torri, in fondo, dopo i giorni impegnativi del Conclave. E allora la sua omelia si concentra sul senso della Chiesa, senza tralasciare le sfide che attendono il Papa e qualche parola nei suoi confronti. Letto il Vangelo, Zuppi comincia la sua predica ripetendo le parole di Sant’Ambrogio nel commento al Salmo 40: “Ubi Petrus, ibi Ecclesia (Dove c’è Pietro, la c’è la Chiesa, ndr)”. Una Chiesa “umana”, che è “comunione”, ed “è sempre legata a storie di bellezza, come quella piazza San Pietro, che era senza confini”.
“Ho sperimentato nel conclave e nelle congregazioni tante differenze di sensibilità e di provenienza, che sono la ricchezza della Chiesa e la grande eredità di papa Francesco – insiste Zuppi –. Quando si sono aperti i finestroni è stato commovente. Una bellezza senza confini”.
Zuppi ringrazia Leone e lo fa ricordando le parole dello stesso Papa quando venne a Bologna e, proprio in Cattedrale, non ancora cardinale iniziò la sua omelia dicendo più volte “grazie”.
“Impareremo a conoscere papa Leone, ma non facciamo confronti. A noi piace così tanto fare confronti... – sospira con amarezza il cardinale –. La sua mitezza, la sua umiltà direi proprio fisica, il suo modo di guardare gli altri e di approcciarsi a loro: ascoltiamo le parole del Papa sulla pace e diventiamo anche noi, come ci ha chiesto, costruttori di ponti. Lui è il pontefice, ma chiede a tutti noi di esserlo”.
“Lo ringraziamo per la sua disponibilità e non possiamo non ringraziare anche papa Francesco – le parole del porporato –. Leone ha parlato di una conversione missionaria di tutta la comunità cristiana, di una cura amorevole degli ultimi degli scartati. Era pieno di poveri, l’altro giorno, in piazza San Pietro. Ecco, papa Leone si è impegnato a raccogliere la preziosa eredità di Francesco. E ha scelto questo nome perché, come Leone XIII ha affrontato la grande rivoluzione industriale, oggi la Chiesa affronta quella dell’intelligenza artificiale, che deve essere a difesa della dignità umana e della giustizia sul lavoro”.
In giornata, oggi, Zuppi ha avuto tempo per riabbracciare la sua città e anche per incontrare Matteo Lepore: “Bentornato a Bologna al nostro cardinale. Sono contento sia di nuovo tra noi bolognesi”, scrive il sindaco sui social. Un abbraccio fisico che è arrivato da tutti i fedeli (e non).