Zuppi, il bolognese Cittadinanza onoraria al cardinale "Qui mi sento a casa"

La decisione di tutti i gruppi in Comune e del sindaco

Migration

Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, sarà cittadino onorario di Bologna. La decisione è stata condivisa ieri da tutti i capigruppo del consiglio comunale e dal sindaco Matteo Lepore. Si tratta, scrive il sindaco su Facebook, "di una pagina per certi versi storica nel racconto lungo di questa città, dove il dialogo diretto e indiretto tra Comune e Chiesa ha generato spesso e volentieri il meglio di quello che siamo". Sono passati sette anni dal 27 ottobre 2015, quando Papa Francesco nominò Zuppi arcivescovo di Bologna. "Da allora ‘don Matteo’ è entrato a far parte della vita dei bolognesi ed è considerato a tutti gli effetti un cittadino di Bologna, sempre dalla parte degli ultimi e delle persone in difficoltà", scrivono Lepore e i capigruppo.

In questi anni, sottolineano, il cardinale "non ha mai mancato di dare il suo contributo fattivo per affrontare i tanti problemi che affliggono la nostra società. Il progetto ‘Insieme per il lavoro’ tra Comune, Città metropolitana e Arcidiocesi, cui ha aderito anche la Regione, è uno degli esempi più significativi, non l’unico, del rapporto che ha saputo instaurare con la nostra comunità". E proprio per "suggellare questo forte legame – si legge nella nota di Palazzo d’Accursio – su proposta del sindaco e di tutto il consiglio comunale abbiamo deciso di riconoscergli la cittadinanza onoraria".

Zuppi accoglie con gioia la notizia. "Ringrazio tantissimo il sindaco Matteo Lepore, i capigruppo e tutto il Consiglio Comunale. Lo sento un impegno a essere ancora di più amico di Bologna – afferma –, come ho sempre fatto fin dall’inizio" del mandato di pastore di una città "dove mi sono sentito a casa fin da subito". Il riconoscimento, continua il cardinale, "è anche un invito a guardare assieme alle tante sfide che la città vive oggi. In questo momento sono a Roma per la pace, so bene che Bologna è città di incontro e dialogo, dove si vive il diritto alla pace, come ha detto il Papa in queste ultime ore". Come nel Liber Paradisus "ci si affranca dalla schiavitù, ora da pienamente cittadino mi inserisco anche io in un contesto dove si lavora e si accoglie insieme per condividere desideri e speranze di tutti".

Lepore rivolge "un pensiero di affetto all’uomo di Pace, al nostro vescovo così impegnato per il lavoro e la solidarietà. Grazie a te e a Papa Francesco abbiamo imparato di nuovo a camminare insieme. Fratelli e sorelle tutti e tutte", conclude il sindaco, richiamando il titolo di un’enciclica del 2020.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro