Zuppi: "In processione insieme ucraini e russi"

Il cardinale: "Non possiamo abituarci alla guerra, Maria simbolo di unità". Pedofilia: "Anche a Bologna questo grave problema"

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di Massimo Selleri

Presidente o non presidente, è sempre la pace ad essere in cima ai pensieri del cardinale Matteo Zuppi. Ieri il nuovo numero uno della Conferenza Episcopale Italiana ha presentato la sintesi dei lavori della 76sima assemblea generale dei vescovi e non è mancano un richiamo che ha unito la fine del conflitto in Ucraina con la risalita dell’icona della Beata Vergine di San Luca al Colle della Guardia. "Non possiamo abituarci alla guerra – ha spiegato l’arcivescovo – e non dobbiamo pensare che esista solo quella che si sta combattendo in Europa perché, come dice Papa Francesco, nel mondo si sta consumando la terza guerra mondiale a pezzi. Quella in Ucraina, però, ci interpella più da vicino perché è tra cristiani e questo non ce lo possiamo permettere. Non siamo gli unici a volere la pace, tanto che domani durante la processione per il ritorno della Madonna di San Luca al santuario, l’immagine sarà accompagnata sia da cattolici ucraini che dai russi ortodossi. Maria è simbolo di unità ed è nel suo spirito che cammineremo insieme".

Nell’illustrare quelle che sono le altre priorità che la Cei si è data, Zuppi non fa altro che trasportare a livello nazionale quello che sta facendo da sette anni sotto le Due Torri: attenzione ai più fragili, con un occhio particolare per gli anziani, sostegno alle famiglie con azioni mirate i figli, come i doposcuola, e un impegno particolare verso chi vive in una situazione di povertà. Qualcuno gli fa notare come questo sia il ’modello Bologna’, dove durante il suo ministero il paradigma è stato: dialogare per capire e poi provare a fornire una risposta efficace. "Spero che in diocesi il metodo dell’ascolto abbia funzionato, ma questo non lo posso dire io. Io posso solo dire che sto molto bene a Bologna e spero che i bolognesi si trovino altrettanto bene con me. In realtà l’ascolto non è un metodo, ma un compito. Una Chiesa che non ascoltasse i suoi figli non sarebbe madre e, quindi, non sarebbe Chiesa".

Zuppi si è anche impegnato a fornire un report annuale sulle segnalazioni di abusi sessuali avvenuti nella Chiesa negli ultimi 20 anni. Il primo dovrebbe essere redatto entro il 18 novembre e il cardinale non nasconde che anche a Bologna si è dovuto fare i conti con questo grave problema. "Il fenomeno ha avuto una casistica molto diversificata – conclude l’arcivescovo –: in alcuni casi si è trattato di fraintendimento, in altri di prevenzione, in altri l’atto si è effettivamente verificato e abbiamo mandato tutta la documentazione a Roma per i procedimenti del caso. Sono contento del gruppo di lavoro che si occupa della tutela dei minori nella nostra diocesi perché non mi fa sconti. E’ composto da una commissione e da un centro d’ascolto, in modo tale da essere un vero supporto per le vittime". "Mandare la documentazione a Roma" significa aprire il procedimento canonico nei confronti del religioso inviando tutti gli atti alla Congregazione per la Dottrina della Fede. L’eventuale pena canonica che ne deriva non ha nulla a che vedere con l’azione penale della magistratura italiana. Nel frattempo, nonostante i vescovi italiani lo abbiamo voluto come presidente della loro conferenza, lo stile popolare di Zuppi non cambia. Nella mattinata di oggi l’arcivescovo darà il via alla ’Run to Mary’, nel pomeriggio amministra le cresime a Monzuno, e in serata andrà a Villa Pallavicini per la festa degli animatori di Estate Ragazzi.

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