Zuppi, l’appello per i malati "Ricevano i sacramenti"

"I degenti in ospedale per Covid ce lo chiedono, si faccia il possibile". L’omaggio ai preti morti durante la pandemia. "L’umiltà generi generosità"

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di Massimo Selleri

Come avrebbero reagito don Camillo, padre Marella o don Paolo Serra Zanetti davanti alle difficoltà della pandemia? La domanda è tutt’altro che capziosa anche perchè la sua risposta ci indica come dovrebbe muoversi la chiesa in questo tempo segnato dal Coronavirus. Alcuni suggerimenti sono arrivati dal dialogo, moderato dal direttore di Qn - Resto del Carlino, Michele Brambilla, tra il professor Stefano Zamagni, presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali, Il professor Ivano Dionigi, presidente presidente della Pontificia accademia di latinità, e l’arcivescovo di Bologna, il Cardinale Matteo Zuppi. Sia Zamagni che Dionigi hanno sottolineato come in realtà la pandemia abbia messo a nudo come tra seconda secolarazzizione, vale a dire il tentativo di nascondere i propri limiti attraverso la tecnologia, e il negare la propria natura di creatura imperfetta, l’uomo si sia infilato in un vicolo cieco, mentre Zuppi ha sottolineato come spetti anche al sacerdote ricostruire una strada che lo faccia uscire da questo corto circuito. "Il prete non lo si può pensare se non lo si vede unito alla sua comunità – ha spiegato l’arcivescovo – e nella pandemia questo lo si è visto tantissimo, basti pensare a quante celebrazioni si sono svolte senza fedeli. I mezzi di comunicazione hanno tenuto la comunità insieme e anche strumenti impensati come le campani hanno dato un segnale di unità. Siamo stati umiliati, ma ora dobbiamo capire come vivere questo nostro essere umili. Non serve la rabbia, perchè porta all’isolamento e sappiamo quanto il nostro cuore tema solititudine, ma l’umiltà deve generare in noi la speranza, con la consapevolezza che più si diventa piccoli e più si è in grado di fare cose grandi. Infine serve la carità, in questo periodo ne abbiamo fatta tanta anche se non siamo riusciti ad aiutare a tutti. L’umiltà deve generare una nuova generosità".

Il dialogo ha avuto come titolo ’Il Prete nella città degli uomini (anche nella pandemia)’ ed è stato organizzato dal servizio diocesano per la Promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica, anche se in questi mesi le richieste di aiuto non sono state solo materiali. "Tanti malati – ha concluso Zuppi – ricoverati per Covid hanno chiesto i conforti religiosi ma il sacerdote non li ha potuti raggiungere. Bisogna trovare il modo perché questo avvenga, così come dobbiamo disegnare una strada per cui gli anziani, ospitati nelle strutture a loro dedicate, possano essere visitati dai loro parenti. Queste sono cose che dobbiamo fare subito". L’incontro è stato coordinato da Giacomo Varrone responsabile diocesano del Servizio per la Promozione del sostegno economico.

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