Zuppi: "La pandemia, come il male, è resistente"

Nella preghiera quaresimale del cardinale la testimonianza di Caterina, medico in prima linea: "La terapia? Una conquista quotidiana"

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di Massimo Selleri

La carezza della dottoressa Caterina, delle tante ’Caterine’ che in questi mesi hanno lavorato nei reparti Covid. La preghiera quaresimale che ogni mercoledì sera viene guidata dal cardinale Matteo Zuppi ieri ha ospitato la testimonianza di Caterina Testoni, medico che lavora nel reparto della terapia intensiva dell’Ospedale Bellaria e che dall’inizio della pandemia è in prima linea in una battaglia che non è ancora vinta. "Dal punto di vista sia professionale che umano – racconta l’intesivista – i primi mesi sono stati molto duri. Per la prima volta ci siamo trovati davanti ad una malattia che ci ha posto tanti limiti dal punto di vista terapeutico. La terapia è stata una conquista quotidiana fino a raggiungere quei protocolli che oggi applichiamo. Le persone arrivano con quadri molto severi e purtroppo i primi pazienti andavano incontro al decesso. Siamo stati coinvolti non solo come professionisti, ma anche come persone. Quotidianamente aggiornavamo i parenti e tante volte è stato duro dire che la prognosi era infausta. Ci chiedevano di dare loro una carezza e lo abbiamo fatto al posto loro, sapendo che non li avrebbero più rivisti". Parole che fanno fatica a conciliarsi con la speranza, perché è passato un anno da quando il virus ha cominciato la sua corsa.

"La Quaresima è una vera lotta contro il male – ha spiegato l’arcivescovo – e noi capiamo con fatica e con dolore quanto la lotta richieda tempo, perseveranza e fraternità. Il male, come la pandemia, si rivela resistente, temibile per i suoi frutti, stordisce, spossa e fa credere che sia inutile resistere. La Chiesa vuole essere una madre che non fa mancare quella carezza che Caterina ha dato ai malati, quella comunicazione profonda che orienta anche in quella grande tempesta che è la malattia". Zuppi indica, poi l’arma più adeguata. "Chi ascolta la Parola combatte il male, perché la Parola ci aiuta ad attraversare il deserto, a trovare la luce, a trovarla nel più alto e dentro di noi. Per questo ascoltiamo, per vivere, per fare vivere ed essere più forti del male. Dio vuole che facciamo come Caterina, che facciamo qualcosa per chi soffre. Per questo Dio parla, per farci superare le barriere della difficoltà".

Domani il cardinale concluderà una serata di ascolto, preghiera e testimonianze sulla difficile situazione del Myanmar, dove la Chiesa è in prima linea nella difesa della democrazia e dei diritti umani, promossa da Emi – Editrice Missionaria Italiana. L’evento sarà in Webinar con la diocesi di Milano, (ore 20.30) e vi sarà anche la testimonianza di suor Ann Rosa Nu Tawng, la religiosa birmana che si è inginocchiata davanti ai soldati per fermarli.

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