Bologna, 10 maggio 2025 – A Santa Marta ci sono stati molti "momenti di fraternità. Non c'erano i cellulari, era tutto staccato e quindi erano tutti più attaccati e concentrati. Nella Cappella Sistina, invece, si è avvertito tutto il peso della scelta. Sarà che hai una grande giudizio davanti di cui si vede soprattutto la parte sotto, l'inferno, e quindi si sta molto attenti. Poi ognuno giura di scegliere davanti al Signore quello che per lui è la persona migliore per la Chiesa. Quindi c'è un grande senso di consapevolezza, di responsabilità, di comunione e senso di Chiesa".

A parlare è cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna dopo l’elezione del nuovo Papa in un’intervista rilasciata a Tv2000. “Se Papa Leone XIV è stato scelto in così poco tempo – aggiunge il presidente Cei – vuol dire che c'è stata una convergenza, un ritrovarsi. E penso sia un grande valore. Un'unità come questa, in un momento come questo, penso sia una bellissima indicazione e anche una grande responsabilità".
“Come sappiamo la fretta è pericolosa, ma con tutta la ponderazione che c'è stata, credo che sia un bel segno di unità e di consapevolezza di volere colui che presiede nella comunione, il servo dei servi, che ci ricorda che anche noi siamo servi e non piccoli o grandi padroni".
Nella Chiesa, rimarca il presidente Cei, "siamo tutti a servizio della famiglia universale ed è una grazia in un mondo così frammentato, segnato dalle divisioni, dall'idea della forza, di vincere sugli altri, di fare a meno degli altri, di umiliarli e schiacciarli. Un'unità come questa, in un momento come questo, penso sia una bellissima indicazione e anche una grande responsabilità".
Zuppi si concentra poi sul profilo di Papa Leone XIV. "L'umiltà uccide la superbia e fa fare cose grandi - afferma il cardinale - le cose grandi sono quelle di chi è umile, non di quelli che si mettono medaglie e pennacchi. Sant'Agostino lo ha insegnato a tutti e anche il tratto stesso del Papa manifesta un senso di mitezza e grande ascolto".
Quando fece visita a Bologna nel 2023, ricorda Zuppi, "non era ancora cardinale, colpì tutti per l'attenzione e la delicatezza".Questo atteggiamento mite e umile, sostiene il presidente Cei, "è anche il grande segreto di chi deve servire nella carità e mi sembra anche nella continuazione di quello che diceva Papa Francesco, di creare unità nelle differenze, che sono una ricchezza proprio se c'è la comunione".
Il nuovo Pontefice, conferma poi Zuppi, è rimasto "commosso e travolto da quell'esplosione commovente" al suo annuncio dal balcone di San Pietro, "da questo senso di Chiesa della piazza. Anche tutti i cardinali erano molto commossi".
Il Conclave, aggiunge il cardinale, "è stata un'esperienza molto spirituale, innanzitutto". Le congregazioni nei giorni precedenti sono state "un allenamento - le descrive Zuppi - con interventi molto liberi, aperti, franchi. Un grande scambio, con grande parresia, proprio come voleva Papa Francesco che ha sempre detto: le cose si dicono qui, non fuori. Ho l'impressione che molti si sono esercitati più fuori che dentro - bacchetta Zupp i- ma comunque lì si è detto, si è parlato, si è guardato i problemi e il futuro. Anche il fatto che siamo nel pieno del Giubileo della speranza, questo ci ha dato un mano, anche nella consapevolezza".