Bologna, 9 aprile 2012 - NERIO NANNI non riesce proprio a nascondere la sua amarezza anche se la telefonata che gli è arrivata ieri pomeriggio da Federico Enriques non l’ha colto di sorpresa più di tanto: «Sappiamo come vanno le cose in città. E anche questa scelta delle Librerie.Coop per la gestione della Zanichelli rafforza il mio senso d’impotenza: non conta quanto vale il progetto ma chi sei. A noi sembrava che la nostra offerta fosse migliore qualitativamente e quantitativamente. Il Comune ci avrebbe pure guadagnato: in dieci anni almeno centomila euro in più considerando il fatturato pregresso cui noi avevamo legato il progressivo aumento del canone».

NON È dello stesso parere però colui che si è trovato nella condizione di decidere a chi cedere il ramo d’azienda rappresentato dalla storica sede del gioiello di famiglia di piazza Galvani, cioé Enriques, che puntualizza quali sono state le tre imprescindibili esigenze che hanno determinato la soluzione individuata: «Le condizioni che mi hanno guidato sono, intanto, la continuità merceologica, ovvero in quel luogo dovevano continuare a vendersi libri. Poi era fondamentale che l’intervallo tra una gestione e l’altra fosse il più limitato possibile. Infine ho tenuto d’occhio l’interesse economico del Comune che è poi quello dell’intera collettività. La proposta di Nanni era interessante però implicava incertezze giuridiche che di questi tempi sono sconsigliabili. Il canone legato al fatturato apriva uno scenario di difficile definizione giuridica nel senso che si doveva inventare ad hoc una nuova categoria di concessione che magari avrebbe portato via mesi d’attività. Invece così c’è una quota fissa e sicura su cui contare da luglio in poi».

IL CONTRATTO che svincola la Feltrinelli, attuale affittuaria, scade a giugno e senza soluzione di continuità al suo posto il locatore (il Comune) riceverà dal nuovo conduttore, le Librerie Coop, 96.551 euro annui contro gli 82.000 incassati finora. Il piano di sostenibilità economica studiato dai subentranti prevede anche l’anticipo, come spiega il responsabile Coop per il settore, Domenico Pellicanò, delle spese di riparazione del tetto dell’ufficio che infiltra acqua. «Per il resto dobbiamo ancora ragionare su quale struttura dare ai locali, fermo restando l’accordo con Soprintendenza e Comune di salvaguardia del bene monumentale».

di Lorella Bolelli