Art City Bologna 2020. PubbliCITTÀ, cartoline bolognesi dal 1980

Tante installazioni sulle pensiline Tper per ripercorrere un anno cruciale: dall’incredibile concerto dei Clash alla strage del 2 agosto

L’esposizione si snoda tra le pensiline Tper attraverso una serie installazioni

L’esposizione si snoda tra le pensiline Tper attraverso una serie installazioni

Bologna, 22 gennaio 2020 - Erano gli anni nei quali Bologna si illudeva di poter dimenticare i carri armati in Piazza e le barricate in via Zamboni delle rivolte del 1977, immaginando che la creatività potesse essere un nuovo linguaggio di socializzazione. Con una visione edonistica, persino, che non sempre, si vedrà nel tempo, corrispondeva alla realtà. Correva il 1980 e in Piazza Maggiore arrivano, voluti dal Sindaco dell’epoca Renato Zangheri e da un giovane funzionario che poi sarebbe diventato il Direttore della Regia di Caserta, Mauro Felicori, i Clash , la più famosa punk band di tutti i tempi. 

Un’epoca della quale, nonostante l’archivio digitale della rete, rischiamo di perdere il ricordo e alla quale è dedicata l’esposizione, inseriti negli itinerari di Art City, PubbliCITTA’ (fino al 31 gennaio), un interessante esperimento di ricostruzione di quella che viene definita la ‘memoria collettiva’. E che ha a che fare sia con i grandi avvenimenti, con la storia che finisce nei manuali scolastici, sia con la quotidianità, con le ricorrenze, con appuntamenti sbiaditi dal tempo dei quali non troviamo traccia sui motori di ricerca.

Emozioni che ritornano, vivide, sia per chi allora le ha vissute, sia per i più giovani, che possono avere maggiore consapevolezza di cosa è stata (e quindi di cosa è) la città dove vivono. L’esposizione si snoda attraverso una serie di opere (alcune delle quali con un contenuto multimediale) all’interno delle pensiline Tper. Ad iniziare da quelle della Linea 27, dove Letizia Calori, con un lavoro dal titolo Clash City Rockers , rievoca il grande concerto del gruppo inglese che arrivò a Bologna all’apice del suo successo, dimostrando già allora quanto la musica fosse importante per l’identità culturale della città. Attraverso una serie di QR Code applicati in diversi punti, sarà possibile ascoltare frammenti di quel memorabile live.

Sulla linea 37 saranno invece installate le immagini create da Silvia Cicconi , dal titolo Memorie di menti care , omaggio alle vittime della strage del 2 agosto, attraverso i loro ritratti bucati come se fossero la grata di un confessionale e applicati sopra una foto della stazione ferroviaria. Proprio sotto le pensiline presenti in stazione Hazkj presenta fRammenti , un ciclo di poster realizzati con la tecnica degli ‘strappi’ resa famosa da Mimmo Rotella. Qui, in una chiave da pop art, emergono dalle pareti storie che intrecciano quello che avveniva a Bologna con il resto del paese, attraverso alcune icone, come l’autobus 37, diventato il simbolo di una comunità che reagisce, contando solo sulle proprie forze, al clima cupo di terrore che la stagione degli attentati impose alla nazione.

E proprio l’autista del 37 il giorno del 2 agosto 1980, Agide Melloni, è il protagonista del murales che verrà dipinto da 167B Street sulla parete delle scuole Marsili e Villa Torchi. Appendice a maggio nei giardini del MAMbo con la performance Cura , ideata da Francesca Arri , dove un gruppo di giovani attori simuleranno una scena da guerriglia urbana, utilizzando come armi dei deodoranti al borotalco, azione la cui tensione si stempera subito, sino ad avvolgere gli spettatori con salviette profumate, massaggi, carezze, lenzuola bianche. Un auspicio alla riconciliazione e alla necessità di credere in un futuro pacifico e migliore.  

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