Bebo Guidetti: "Raccontiamo ai bambini la strage del 2 agosto con parole e disegni"

Il libro ’L’orologio che ha fermato il tempo’ dello Stato Sociale per Minerva è illustrato da Onofrio Catacchio. "I nostri genitori erano autisti di bus, della linea 30. Quel giorno lo hanno vissuto in prima persona e noi usiamo i loro ricordi"

Lo Stato Sociale

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Bologna, 31 luglio 2022 - Hanno cantato le gioie dell’ ‘Amore ai tempi dell’Ikea’ e il sogno impossibile di trascorrere ‘Una vita in vacanza’, hanno trionfato al Festival di Sanremo senza dimenticare che il pop può essere, oltre che intrattenimento, persino occasione didattica. Lo Stato Sociale di Lodo Guenzi e Bebo Guidetti, in collaborazione con il disegnatore Onofrio Catacchio, ha appena pubblicato il libro ‘L’orologio che ha fermato il tempo’ (Minerva), il racconto terribile della strage del 2 agosto rivolto a un pubblico di bambini.

Guidetti, il vostro libro è un esercizio sulla memoria, sul ricordo.

"La strage è stato l’episodio che ha davvero cambiato la storia di Bologna e ha segnato, mettendola in pericolo, la vita democratica del nostro Paese. Ed è un avvenimento che deve essere percepito dalle nuove generazioni in tutta la sua complessità, non solo per l’anniversario, ma all’interno di un quadro sociale più ampio".

In questa direzione si muove il libro?

"Certo, abbiamo ricostruito il clima politico e culturale della città partendo dai fermenti che solcarono Bologna nel 1977, le rivolte degli studenti, gli scontri in piazza, ma soprattutto l’incredibile creatività di quei giorni, il Dams, la nascita del rock italiano, con gruppi come gli Skiantos, ai quali dobbiamo tutto, il nuovo fumetto. Una dimensione irripetibile che la bomba spezza, distrugge per sempre".

Voi non eravate nati, su quali testimonianze vi siete basati?

"Volevamo che il libro vivesse delle testimonianze della gente comune, dei bolognesi, delle loro reazioni alla notizia della bomba. Volevamo che ci raccontassero come quell’episodio si era insinuato nelle loro esistenze. E siamo partiti dalle persone che ci sono più vicine, i nostri genitori. E’ a loro che ci siamo rivolti per descrivere il clima che l’esplosione creò in città".

Anche loro il 2 agosto erano giovani.

"Si, i genitori di Lodo si trovavano in vacanza al mare, il padre di Checco, immigrato dalla Puglia, era appena stato assunto dall’azienda degli autobus e il 2 agosto era uno dei suoi primi giorni di lavoro. Fu raggiunto dalla notizia e dalla richiesta, rivolta a tutti i cittadini, di donare il sangue per i feriti che arrivavano negli ospedali. Raccolse subito l’invito e da quel momento è diventato un donatore regolare".

Suo padre, invece, fu coinvolto in maniera più diretta.

"Non è la prima volta che ci accostiamo, come Stato Sociale, all’attentato alla stazione. L’abbiamo già raccontato in una canzone del 2014, Linea 30, l’autobus che guidava mio padre, autista anche lui in servizio quella mattina e che sarebbe potuto essere al volante del 37, il mezzo guidato dal suo collega Agide Melloni, diventato purtroppo celebre perché passò dalla Stazione poco dopo l’esplosione e fu il primo a portare i feriti in ospedale e poi le salme nelle camere mortuarie. Una testimonianza, la sua, che ho voluto facesse parte del libro, e che arrivasse al cuore dei nostri giovani lettori".

 

 

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