Bologna, persi su un treno i merletti per la candidatura Unesco: “Ricompensa a chi li trova”

I due ‘campioni’ vengono esposti in ogni occasione utile per la rincorsa a patrimonio dell’umanità. L’appello delle associazioni ai pendolari

Il delicato e paziente lavoro per fare i merletti

Il delicato e paziente lavoro per fare i merletti

Bologna, 29 marzo 2023 – L’arte di Bologna che non passa dalla cucina ma punta alla ‘gloria’ Unesco  – il merletto – ha perso alcuni pezzi importantissimi. Si tratta di due ventagli, un pezzo di una tovaglia e un cerchio: preziosi, ma tanto sul piano economico. Preziosi perché giudicati fondamentali nella rincorsa al 'titolo' Unesco, visto che vengono esposti in ogni occasione utile a sostenere la candidatura dell'arte del Merletto già premiata con l'attestazione DeCo Bologna per la tradizionale tecnica Aemilia Ars.

Il podcast L’arte immateriale del merletto

E’ proprio l’associazione a rivolgersi al popolo del web: “Abbiamo smarrito giovedì 16 marzo due ventagli sul treno 3975 che da Ferrara porta a Bologna delle ore 14,05 o sul treno da Bologna per Porretta Terme delle 15,04. Erano contenuti in due cartelline bianche. Chi avesse delle informazioni pregassi contattare il numero 335 243 664. In caso di ritrovo, è prevista una ricompensa”. 

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Si fa sempre più intensa la ricerca di quei due ventagli: inutilizzabili, peraltro. Come spiegano dall'associazione, sono "fuori utilizzo, non possono essere né aperti né richiusi". Come inutilizzabile, da solo, è il 'frammento' della tovaglia.

La speranza dell'associazione è di ritrovare quei lavori in merletto, ma con i giorni si affievolisce: di qui gli appelli diffusi anche sul profilo Facebook dei pendolari della linea Porrettana. Fin qui infruttuose sono state le ricerche in stazione, alla Polfer, al deposito bagagli, all'ufficio oggetti smarriti.

Il post dell'associazione ha avuto una cinquantina di condivisioni. "Chi li ha trovati cosa se ne fa?", ci si chiede in associazione. "Dispiacerebbe molto se chi li ha visti e presi se li tenesse. Sono preziosi sì, ma più per chi li ha realizzati e per lo scopo che hanno. Continuiamo comunque a sperare”

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