
La regista Maura Delpero ha vinto con il film Vermiglio
Per la prima volta il David per la migliore regia va a una donna, Maura Delpero, 49 anni, per Vermiglio. E sorpresa su sorpresa, a Vermiglio, di una donna, anche il David per il Miglior film e poi altri premi: 7 in tutto. Poi gli appelli politici: "Dedico questo premio a tutte le persone che lottano per il raggiungimento della parità di dignità come dice la nostra Costituzione – ha detto Elio Germano ritirando la statuetta per il Migliore attore protagonista nei panni di Berlinguer in ‘La grande ambizione’ di Andrea Segre – Una persona povera deve avere la stessa dignità di un ricco, una donna la stessa di un uomo, un nero la stessa di un bianco, un italiano di uno straniero e un palestinese la stessa dignità di un israeliano". E ancora, la migliore regista esordiente con ‘Gloria!’ Margherita Vicario: "I politici investano miliardi in arte e cultura e un po’ meno nelle armi"). Poi battute (Timothéee Chalamet: "Grazie all’Italia per Fellini, De Sica, Guadagnino e Totti!"), e commozione: "Voglio dedicare questo premio ai libri dimenticati, alle personalità scomode come Goliarda Sapienza, ai corpi liberi, alle terre libere" ha detto Tecla Insoia, 21 anni, Migliore attrice protagonista per ‘L’arte della gioia’ che Valeria Golino ha tratto dal romanzo di Sapienza. Così ieri sera in diretta su Raiuno si è tenuta la cerimonia di premiazione dei settantesimi David di Donatello, un’edizione se non rivoluzionaria, di certo sorprendente.
La prima sorpresa era arrivata in mattinata, con la consegna del David Speciale a Sergio Mattarella, "in tutti questi anni solido punto di riferimento per il mondo del cinema, verso il quale ha mostrato affettuosa complicità", ha annunciato Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dei David, durante il tradizionale incontro al Quirinale del capo dello Stato con tutti i candidati al Premio. "Ringrazio l’Accademia del David per avermi conferito il Premio speciale del settantesimo anniversario. Conserverò con affetto quella statuetta", ha detto il presidente Mattarella. E ha proseguito: "Confido che, alla notizia, ero piuttosto perplesso, non avendo che pochissimi meriti da rivendicare – forse nessuno – nel mondo del cinema. L’ho accettato soltanto quando ho saputo che era stato conferito a tutti i miei prossimi predecessori e l’ho quindi interpretato come un premio non alla persona del Presidente ma all’istituzione Presidenza della Repubblica". Un’istituzione che, ha sottolineato, "comprende il valore civile e culturale del cinema e quanto esso costituisca inoltre un asset prezioso e consistente non soltanto per l’economia e l’occupazione ma anche per disegnare e promuovere la nostra identità, l’identità italiana nel nostro Paese e nel mondo". Incontro al Quirinale la mattina e poi, ieri sera, tutti allo Teatro 5 di Cinecittà per l’annuncio dei vincitori, cerimonia condotta da Elena Sofia Ricci e Mika. I primi a essere premiati come Migliori attori non protagonisti Francesco Di Leva per Familia e Valeria Bruni Tedeschi sempre per L’arte della gioia, poi Maura Delpero per la migliore sceneggiatura originale per Vermiglio. All’Arte della gioia anche il David per la migliore sceneggiatura non originale. Migliori costumi quelli di Massimo Cantini Parrini per Le Deluge.
Con Delpero nelle cinquine delle categorie più importanti, Miglior film e Migliore regia c’erano: Francesca Comencini con Il tempo che ci vuole, Golino con L’arte della gioia poi Paolo Sorrentino con Parthenope e Andrea Segre con Berlinguer – La grande ambizione. Già annunciati in precedenza alcuni premi: i David alla carriera per Pupi Avati e Ornella Muti, il Premio Speciale Cinecittà David 70 a Giuseppe Tornatore, e ancora David Speciale a Timothée Chalamet – autentica superstar della serata, splendido sul red carpet mano nella mano con la fidanzata Kylie Jenner –, David dello Spettatore a Diamanti di Ferzan Özpetek, film che ha totalizzato il maggior numero di presenze in sala: il regista ha ricevuto il premio dalle mani di Mara Venier, tra le attrici della pellicola. Vincitore poi della prima edizione dei TikTok #DaVedere Awards, Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri.
Ha scherzato Pupi Avati per un riconoscimento atteso a lungo. "Occorre aspettare, avere pazienza. Ricevo questo David a 86 anni dopo avere fatto 55 film. Con Piera Detassis ho avuto un rapporto decennale turbolento. È stata la donna – racconta – che ho odiato di più ma da quando mi ha telefonato per annunciarmi il premio, ho iniziato ad amarla". Anche se sua moglie, spiega Avati, lo metteva in guardia: "Mi diceva, ma non è che vai lì, e poi torni a mani vuote?". Ricevendo il David ha aggiunto: "La cosa più bella sarebbe se la Schlein telefonasse alla Meloni e chiedesse di parlare insieme anche con Giorgetti del cinema italiano... sarebbe auspicabile, condividete o no?".