Bologna, 16 maggio 2023 – “Circolano su di lei molte definizioni, il mago di Maranello, Drake, il grande vecchio. Ce n’è qualcuna che le assomiglia?". "Non credo, perché non mi conoscono". Rispondeva così Enzo Ferrari in una storica intervista con Enzo Biagi del 1982. Che uomo era, dunque, il fondatore della casa automobilistica dal mito intramontabile? Di sicuro Enrico Brizzi ci racconta che bambino, adolescente e ragazzo è stato e lo fa tra le pagine del suo ultimo libro, che esce oggi per HarperCollins, che si intitola appunto Enzo. Il sogno di un ragazzo. Il volume sarà il primo tassello di quella che è concepita come una trilogia: lo scrittore bolognese, infatti, sta già lavorando al secondo capitolo della saga, che sarà ambientata fra le due Guerre mondiali (in parte anche sotto le Torri). Ecco, dunque, il tema della puntata di oggi del nostro podcast gratuito il Resto di Bologna, disponibile qui. Brizzi racconterà come la fascinazione per una figura come Enzo Ferrari derivi anche solo dal fatto di essere nato e cresciuto in Emilia. "È inevitabile – spiega – rendersi conto di come la passione per le ’rosse’ sia diffusa: trovi le bandiere con il cavallino nelle aie di campagna, come nei balconi borghesi dei quartieri residenziali di città. Quando corre la Ferrari è un’emozione collettiva".
Ma – fra il ricordo di Gilles Villeneuve e un commento sui rossoblù di Motta – da Modena passiamo anche alla nostra Bologna, che il prossimo anno festeggerà una ricorrenza speciale. Nel 1994, infatti, uscì Jack Frusciante è uscito dal gruppo, libro cult che sta per compiere trent’anni ("faremo una grande festa", commenta Brizzi). Sono "bolognese nell’animo", spiega lo scrittore, anche se "non sono fisso qui". Come vede la città? "Come quelle persone che fra i 30 e i 40 anni (il riferimento è ai primi Duemila, ndr) sembrano prendere la strada dell’invecchiamento e poi nel pieno della mezza età li ritrovi ringiovaniti. Sono stato a camminare in Scozia con Psicoatleti (il club nel 2024 compie 20 anni) e tutti conoscevano Bologna, come città in cui si sta bene". E, a proposito di viaggi a piedi, "camminare per me è una parte consustanziale dell’aspetto creativo". Dopo la consegna di un libro, dunque, è tempo di fare lo zaino.