Bologna, 21 settembre 2024 – La Bologna anni Novanta, il Bologna che è passione rossoblù. Nei giorni in cui sta lanciando Due (HarperCollins), l’atteso sequel di Jack Frusciante è uscito dal gruppo Enrico Brizzi torna nella sua città. Del resto qui ritroviamo il vecchio Alex – Aidi invece è lontana, per un anno di studio negli Stati Uniti – alle prese con la separazione e verso il giro di boa della maggiore età.
Nel nuovo romanzo si torna dunque al 1992, quando d’estate “i saccopelisti” partivano per l’interrail in un’Europa finalmente libera dal muro di Berlino e in un mondo in cui una lettera impiegava tre settimane per arrivare Oltreoceano. E si torna nella Saragozza Avenue, sotto i portici del Caimani, fra colli e Pratello.
“In questo libro c’è ancora molta Bologna. Del resto – spiega lo scrittore in visita alla redazione del Carlino ieri pomeriggio – ognuno ha a disposizione un’unica giovinezza e per forza di cose le storie che riguardano quegli anni per me avvengono qua”. E da Bologna tutto era partito, basta scorrere i tanti articoli nell’archivio del Carlino fra il 1994 e 1995. Spuntano la prima recensione, Un Giovane Holden a spasso per Bologna, di Carlo Donati. Lo stesso che riaccompagnò a casa un Brizzi ventenne “così punk & sexy nella sua giacchetta di seconda mano” da Venezia. L’occasione era stata il Premio Campiello.
“Sono arrivato secondo – scriveva Brizzi –. Sono stato a cena all’Harry’s Bar. Uscendo dall’albergo ho incrociato Franco Baresi. Finalmente qualcosa da raccontare agli amici”. “Scrissi questo articolo a mano, su un foglio di carta – sorride lo scrittore ora – in macchina con il giornalista”.
Era il 1995 e Jack Frusciante è uscito dal gruppo era ormai diventato un caso editoriale. Uscito in poche copie trent’anni fa esatti, ha venduto oltre un milione di copie. Ma Brizzi, nonostante “richieste anche piuttosto insistenti”, un seguito non lo volle fare mai. Per 29 anni lo scrittore – che nel frattempo ha scritto moltissimo, fra romanzi e reportage di viaggi a piedi o in bici –, non ha più ripreso in mano il libro rileggendolo per intero. Fino a novembre scorso, quando si è lasciato di nuovo invadere dalla musica, da quella vecchia canzone che suonava ancora. Tanta vita in mezzo, forse una pace fatta con molte cose. “Forse sì – riflette –, mi sento più in pace oggi che a vent’anni”.
Di certo, l’attesa del sequel è stata tanta negli ultimi mesi. E sui social la risposta degli aficionados è stata enorme: scorrendo le storie legate a Due di queste ore, anche solo la colonna sonora è un tuffo nella musica di quel tempo, fra Nirvana, Cure e Joy Division.
“Dal sorriso che aveva il mio agente – dice Brizzi– mi pare la risposta sia buona. Ma a emozionarmi è vedere l’affetto attorno a questi personaggi. Quando uno scrive a queste cose non ci pensa. Ci sono persone che mi salutano dicendo che sono venute a studiare a Bologna dopo avere letto Jack Frusciante, o che hanno chiamato la figlia Adelaide”.
Sicuramente alcuni di loro saranno stati nel Locomotiv al completo ieri sera, quando Brizzi e i The Perfect Cousins hanno portato il live dedicato proprio al romanzo d’esordio. “Mi ha colpito – racconta lo scrittore – quello che mi ha detto il bassista Tony: che le tappe fino a qui sono state un riscaldamento verso Bologna”.
Ma Brizzi – che martedì 24 settembre presenterà il suo ultimo libro in Salaborsa (alle 18) – era già passato mercoledì sera in città, per andare direttamente sugli spalti del Dall’Ara in occasione del debutto in Champion’s League.
“Appartengo a quella generazione di tifosi per cui la qualificazione è stata un’emozione enorme. L’altra sera abbiamo preso un po’ d’acqua, ma soprattutto abbiamo preso la consapevolezza che siamo di nuovo nella crema del calcio europeo”. “Sono moderatamente ottimista– aggiunge – ho visto in Castro un vero combattente. Seguirò la squadra in Europa – continua – quando sono usciti i calendari in 38 secondi ho comprato i biglietti aerei per le gare di Liverpool e Birmigham: ora la sfida è trovare i biglietti per le partite”.