Università di Bologna, lo studio. Il genoma rivela come si sono diffuse le fiabe

Le leggende tradizionali si sono diffuse tra Europa e Asia grazie al 'telefono senza fili' che ha legato le popolazioni per millenni

Alla ricerca internazionale ha partecipato l'UniBo

Alla ricerca internazionale ha partecipato l'UniBo

Bologna, 8 agosto 2017 - Segui le bricioline di pane di Pollicino e scoprirai come viaggiano e si diffondono, in Asia e in Europa, le fiabe; soprattutto quelle magiche e con animali. Ultima fatica in Alma Mater: è stato pubblicato, su Proceedings of the National Academy of Sciences, un nuovo studio che, per la prima volta, utilizza dati genomici a scala globale per capire come le fiabe tradizionali si siano diffuse in Europa e Asia.

Punto di partenza della ricerca, l’analisi di 596 fiabe tradizionali la cui presenza è stata registrata in Europa e Asia e che sono classificate come “Fiabe di Animali” e “Fiabe di Magia”, messe poi in parallelo con dati genomici pubblicati. A guidare il team di studiosi, Eugenio Bortolini del Dipartimento di Beni Culturali, Luca Pagani (Università di Padova) e Jamshid J. Tehrani (Univeristà di Durham); con la partecipazione del Laboratorio di Antropologia Molecolare del Dipartimento BiGeA di UniBo.

Nello specifico, i ricercatori hanno confrontato le somiglianze genetiche fra popolazioni (una misura della loro origine comune) e il numero di fiabe condivise per determinare se tale diffusione a grande scala sia dovuta ai grandi movimenti di popolazioni (migrazioni) o se sia da imputare allo scambio di informazioni e beni avvenuto per migliaia di anni tra gruppi umani. Lo studio ha inoltre identificato le possibili regioni geografiche di origine di alcune tra le fiabe più diffuse, focalizzandosi su quattro principali centri di diffusione: Europa orientale, Caucaso, Africa occidentale, Asia settentrionale (quest’ultimo dati è emerso nel caso della fiaba di “Pollicino”).

«Con questo lavoro abbiamo capito che, pur trasmesse dai genitori ai figli, è poco probabile che le fiabe tradizionali di Europa e Asia si siano diffuse su lunghe distanze geografiche a seguito delle grandi migrazioni che hanno lasciato una traccia nel nostro genoma», spiega Bortolini. La maggior parte delle fiabe analizzate potrebbe, infatti, aver viaggiato lontano dalla propria area di origine grazie allo scambio di idee e oggetti avvenuto tra popolazioni diverse, in una sorta di “telefono senza fili continentale”. «Le persone, tuttavia, potrebbero aver portato con sé le proprie storie tradizionali nei loro movimenti su brevi distanze, inferiori a 4.000 chilometri», evidenzia Enrico Crema coautore del lavoro dell’Università di Cambridge.

La ricerca supportano anche l’ipotesi che la comparsa e il rafforzamento delle barriere linguistiche abbia avuto un impatto decisivo sulla diffusione di elementi culturali in tutta l’Eurasia, confermando risultati attesi e l’idea che gran parte delle fiabe fossero in origine diffuse soprattutto oralmente. Per Pagani, è ancora più interessante che «le barriere linguistiche abbiano un effetto più limitato ma comunque significativo anche sullo scambio di informazione genetica tra popolazioni, sebbene a scala geografica contenuta».

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