
Il sovrintendente uscente Fulvio Macciardi ed Elisabetta Riva, proposta dal Consiglio d'indirizzo al Ministero per la guida del Teatro Comunale di Bologna
Dopo settimane di voci dietro le quinte è arrivata l’ufficialità. È quello di Elisabetta Riva il nome che, su proposta del sindaco Matteo Lepore, il rinnovato Consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro Comunale ha deciso di sottoporre al ministro della Cultura Alessandro Giuli. Potrebbe dunque essere lei, già data per favorita da tempo, la nuova sovrintendente dopo Fulvio Macciardi. Milanese, 35 anni, guida da un decennio il Coliseo di Buenos Aires, un teatro di proprietà italiana anche se in terra argentina. Riva ha studiato come attrice a Londra, dove ha conseguito un diploma post-laurea all’Arts International School. Come attrice si è mossa tra teatro, cinema e televisione in Italia, Francia, Inghilterra, Germania e Argentina, e proprio in Sud America nel 2014 è stata chiamata a rilanciare il secondo teatro di Buenos Aires (il primo è il Colon): che, va detto, non è una Fondazione lirica.
Ma, come anticipato dal Carlino, sono dunque cambiati anche alcuni nomi all’interno del ‘parlamentino’ della Fondazione che si è insediato ieri per i prossimi cinque anni. Marzia Zambelli, imprenditrice bolognese, presidente dell’associazione Impegno civico e candidata alle ultime due elezioni comunali prima con FI e poi con FdI, è stata nominata dal Ministero della Cultura e Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna, è stata designata dalla Regione. Sono stati riconfermati, invece, Raffaela Bruni, indicata dal Comune, Gianluigi Magri, incaricato dalla Fondazione Cassa di Risparmio, e Marco Checchi, in rappresentanza di un raggruppamento di privati (BolognaFiere, Gruppo Hera, Pelliconi). Il sindaco ha ringraziato "Andrea Graziosi e Claudio Cumani per il lavoro svolto nel corso del precedente mandato" e ha ribadito "i ringraziamenti anche a Fulvio Macciardi per il lavoro svolto". Alla nuova governance, però, toccherà scontrarsi da subito con problemi importanti e dipendenti che non hanno mai smesso di rivendicare il premio di produzione a cui avevano rinunciato in passato. Di attualità anche il tema dei nuovi lavori programmati nella sede storica, che rischiano di subire ritardi dovuti al recente ritrovamento di resti archeologici.
I reperti sono infatti emersi durante la fase di riqualificazione e potrebbero appartenere allo splendido palazzo dei Bentivoglio, costruito nel Quattrocento in via del Guasto, proprio nell’area del Comunale. L’intoppo potrebbe dilatare i tempi dei lavori, il cui termine era previsto per la fine del 2026: una vera corsa contro il tempo per rientrare nei tempi del Pnnr. Un punto, questo, sul quale i sindacati chiedono chiarezza visto che tra le istanze presentate dai dipendenti c’è anche il ritorno in piazza Verdi. Sia per la mancanza di sicurezza nella zona del Nouveau – che si trova in piazza della Costituzione e dove sono state danneggiate diverse auto –, sia per le limitazioni della qualità artistica imposte dalla sede provvisoria. A questo si aggiungono le preoccupazioni legate allo stipendio. "I lavoratori del Comunale prendono oggi meno di 15 anni fa – aveva denunciato la Cgil –. Una media, pro capite, di 1500 euro annui in meno rispetto ai colleghi di tutte le altre 12 fondazioni lirico sinfoniche italiane".
Per questo il sindacato chiede un recupero salariale nella forma di premio di produttività, che ad oggi non è ancora stato riconosciuto. Una delle prime richieste che verrà mossa alla nuova sovrintendenza sarà, dunque, "la rapida convocazione dei sindacati – hanno spiegato – In base alle risposte valuteremo l’esito dello stato di agitazione".