"Così salvammo 4 marzo 1943, capolavoro di Lucio Dalla"

Dopo mezzo secolo dall’esecuzione a Sanremo, un libro ricostruisce la travagliata gestazione di un classico della canzone italiana

Lucio Dalla con Paola Pallottino (archivio  'Fotowall’, Walter Breveglieri)

Lucio Dalla con Paola Pallottino (archivio 'Fotowall’, Walter Breveglieri)

Bologna, 26 febbraio 2021 - Se oggi esiste un capolavoro della canzone d’autore italiana come 4/3/1943 , il merito è anche di un gruppo di intellettuali che salvarono il brano dalla censura sanremese, che lo aveva bocciato, e lo fecero arrivare nel 1971 sul palco del Festival. A 50 anni da quella esibizione, entrata nella storia della cultura popolare, la gestazione di quell’opera viene ricostruita nel libro ‘Dice che era un bell’uomo… Il genio di Dalla e Pallottino’ (Minerva), scritto da Massimo Iondini, con contributi di Pupi Avati, Gianni Morandi e dell’amico di sempre Tobia Righi.  

Iondini, sono passati 50 anni da quel Sanremo e il caso vuole che l’edizione 2021 del Festival si svolga proprio negli stessi giorni. "Sì, e ci aspettiamo che Amadeus voglia ricordare la presenza di Lucio Dalla nella migliore maniera possibile. Il 4 marzo sarà la serata dei duetti e delle cover. Ermal Meta interpreta Caruso , nessuna ha pensato a 4/3/1943 , almeno sino a oggi. Eppure fu, per la canzone italiana, un avvenimento epocale". Ci spieghi. "Paola Pallottino, autrice bolognese allora quasi agli esordi, che aveva scritto il testo, aveva chiamato il brano Gesù bambino e un tale titolo attirò le accuse di blasfemia. Per non parlare di alcuni passaggi, tra i quali la frase incriminata ‘Io sono Gesù bambino’ . Così il brano fu escluso. Ma il Festival, quell’anno, si avvaleva anche di una ‘commissione per il rinnovamento’, di vedute più ampie, e furono loro a battersi, con successo, per il ripescaggio. Grazie soprattutto alle voci del regista Piero Vivarelli e dello scrittore Alberto Bevilacqua, che fecero una grande battaglia ideale. E la vinsero". Dalla non ci credeva più… "Tobia Righi racconta nel libro che erano insieme a Taranto, dove Lucio, che in quel periodo era sempre in tour, aveva un concerto, quando ricevettero una telefonata dalla RCA, che comunicava il ripescaggio, a patto che lui e Paola Pallottino accettassero di cambiare il titolo e alcune parti del testo. E così fu, nonostante i due non fossero assolutamente d’accordo. Ma Sanremo valeva qualche rinuncia. Così la canzone fu chiamata 4/3/1943 e ‘Io sono Gesù bambino’ diventò ‘Mi chiamo Gesù Bambino’ " A proposito di Tobia Righi, lei ha vinto la sua naturale riservatezza a parlare del apporto con Dalla . "Tobia Righi ha scelto di tenere per sé i suoi ricordi dei tanti anni trascorsi al fianco di Dalla. Nel mio libro ricorda la felicità della mamma di Lucio quando il figlio si affidò a lui come manager. Era contenta che quel ragazzino cresciuto senza la figura paterna avesse un riferimento in un amico più grande, che diventò non solo il suo manager, ma anche il suo fratello maggiore". Poi c’è il contributo di Pupi Avati. "Avati ammette che quando Lucio presentò a Sanremo 4/3/1943 , quello che lui definisce il suo ‘snobismo jazzistico’ non gli permise di comprendere che quel brano fosse un capolavoro. E non chiamò l’amico per complimentarsi. Salvo ricredersi anni dopo, quando, per un lavoro in RAI, ascoltò con attenzione L’anno che verrà . Telefonò a Dalla per dirgli che, adesso lo aveva capito, il cantautore era un genio!" Professoressa Pallottino, lei che reazione ebbe alla censura sul suo testo? "Ero furiosa, ma non accettare la mediazione avrebbe significato compromettere la carriera di Lucio. Non volli essere io a fare i cambiamenti del testo e del titolo. Il brano era, nelle mie intenzioni, una sorta di risarcimento all’infanzia del cantautore, vissuta senza la figura paterna. Diventò una canzone sulla madre; poi il nuovo titolo accentuò l’aspetto autobiografico, al quale inizialmente non avevo pensato". Lei è stata anche l’autrice di un testo per Dalla che non è mai uscito dagli archivi della casa discografica. "Dopo il successo di Sanremo la nostra collaborazione divenne sempre più intensa. Tra le altre, scrissi La ragazza e l’eremita , Lucio la cantò, per farmi ascoltare il risultato, con il solo accompagnamento del pianoforte. Poi non se ne fece nulla e il brano fu inciso da Angelo Branduardi. Ma esiste la versione originale con la voce di Dalla, mai pubblicata. Spero che la Sony la renda presto disponibile".  

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