Max Pezzali a Bologna: "Voglio solo farvi cantare"

Stasera e domani all’Unipol Arena un pieno di hit "Il racconto di una storia che dura da 30 anni"

Max Pezzali: attesissimo il concerto a Bologna

Max Pezzali: attesissimo il concerto a Bologna

Bologna, 28 marzo 2023 – Ci sono proprio tutte. Max Pezzali sbarca stasera e domani con le sue hit generazionali a Casalecchio per mettere mano alla playlist dei ricordi e tornare ad inseguire il mito americano in sella ad una Harley bardata di sogni come in quel lontano Castrocaro ’91 da cui è nata una delle avventure più fortunate del pop italiano. D’altronde cos’era 883 se non un modello della casa motociclistica di Milwaukee? Iscritto a scienze politiche, Pezzali avrebbe potuto fare l’amministratore, il politico, l’agente diplomatico, il giornalista, ma il suo cammino universitario si fermò davanti all’esame di statistica e, una volta terminato il servizio civile, scelse quella musica che gli regala due Unipol Arena gremite (apertura ore 19, mercoledì sold out).

FOCUS / La scaletta del concerto

Pezzali, che idea c’è dietro a questo spettacolo?

"La stessa sviluppata l’estate scorsa tra gli spalti di San Siro, trasformare l’arena in un grande karaoke".

Si va da ’Sei un mito’ a ’Con un deca’ passando attraverso ’Hanno ucciso l’Uomo Ragno’, ’Nord Sud Ovest Est’ e tutte le altre. Pubblico protagonista, dunque.

"Assolutamente. È proprio la gente che nel tempo mi ha dato la possibilità di accumulare questo repertorio ed è giusto condividerlo con lei. E poi io non ho esattamente il fisico da rockstar. Vorrei tanto che la gente se ne andasse con la sensazione di aver partecipato ad un rituale collettivo liberatorio".

Che spettacolo è il suo?

"Voglio solo rendere il pubblico protagonista facendogli cantare i pezzi che ho scritto durante e dopo l’avventura 883. Le persone mi hanno dato la possibilità di accumulare un repertorio conosciuto e questo consente di mettere in piedi due ore in cui possono cantare tutti o quasi. Il racconto di una storia che va avanti più di trent’anni… Quasi un documentario".

Un concerto di cui conserva il biglietto?

"Tutti quelli di Vasco a San Siro. In particolare, il concerto del 2019 perché per me è stato l’ultimo grande evento live prima del lungo digiuno. Quel biglietto per me rappresenta un ricordo, ma anche un monito; non dare mai le cose per scontate, perché potresti non goderne più. Se c’è un insegnamento che m’ha lasciato questa pandemia è proprio la necessità di vivere il presente al meglio che si può".

Effettivamente, uno aspetta quel momento per tutta la vita e poi in Cina…

"Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale ha scritto sui social: Max Pezzali che dopo trent’anni di carriera arriva a cantare a San Sirio e scoppia una pandemia è la perfetta sintesi della poetica della sfiga degli 883. Anche se in questa circostanza la sfiga vera non sono stati i due concerti rimandati, ma il ‘fallout’ del comparto live italiano, delle maestranze senza lavoro. La ’poetica della sfiga degli 883’, però, mi diverte. Ma nella mia testa c’è pure un altro concerto della vita di cui purtroppo, però, non ho più il biglietto".

Dica.

"Si tratta del leggendario show di Springsteen del 1985. Da ‘fanissimo’ m’ero conquistato, il biglietto con le mance intascate consegnando a domicilio i fiori che vendeva mio padre. Al tempo per me il Boss era il primo, il vero, il solo. Il più grande di tutti. Così volli portare allo stadio pure la fidanzatina dell’epoca anche se sprovvista di biglietto, confidando nella buona sorte o, al limite, in qualche bagarino. Arrivati, però, non riuscimmo a trovarne di abbordabili per il settore in cui stavo e, messo davanti al bivio se entrare da solo o ascoltare con lei il concerto dal piazzale, scelsi il piazzale".

Gesto cavalleresco.

"Già, ma una vera e propria violenza al fan che mi si agitava dentro, trasformata in uno dei grandi rimpianti della mia vita. Dopo 37 anni, infatti, ricordo ancora una Pattuglia acrobatica sfrecciare sopra il cielo dello stadio e le gradinate tremare al ritmo di ‘Born in the Usa’. Ricordo anche la lacrima versata in silenzio e lontano dallo sguardo della fidanzatina al pensiero di quel che mi stavo perdendo".

Che fine ha fatto il biglietto-cimelio?

"Mia madre è sempre stata un’artista nel ripulire casa dalle cose ritenute a suo insindacabile giudizio ‘superflue’. Quindi temo un’ingloriosa fine nel sacco dell’immondizia. Magari, però, sta ancora tra le pagine di qualche vecchio diario scolastico, hai visto mai. Di sicuro me lo porto tatuato sul cuore".

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