AMALIA APICELLA
Cultura e spettacoli

Bologna, dall’oboe alla sfoglia. “Il mio tortellino perfetto”

Veronica Sabbattini ospite del nostro podcast: da Bologna a Vienna e ritorno “La mia vita era la musica. Dopo il Covid ho riscoperto la passione di famiglia”

Veronica Sabbattini, 29 anni, al lavoro (ph Biagetti) in pieno centro storico

Veronica Sabbattini, 29 anni, al lavoro (ph Biagetti) in pieno centro storico

Bologna, 19 maggio 2025 – Ci sono mani che sanno raccontare storie. Quella di Veronica Sabbattini, protagonista del podcast ’il Resto di Bologna’ di oggi, è una storia che passa tra le chiavi argentate di un oboe e le pieghe sottili di una sfoglia tirata a mano. Una laurea al Conservatorio di Bologna che si aggiunge al master all’università di musica di Vienna. Tre anni vissuti in Austria, imparando l’inglese e il tedesco e perfezionando la tecnica musicale per le più prestigiose sale da concerto. “Sarei rimasta lì – racconta la musicista, 29 anni – ma è arrivato il Covid, mia mamma è stata male e io sono tornata a casa. Mi sono laureata, come tanti, davanti al computer. Quando perdi le connessioni è difficile reinserirsi nel mondo della musica”. Ad aggravare il quadro, la paralisi dello spettacolo dal vivo. Così torna in Italia, ma capisce che la musica non è più un’opzione praticabile e decide di seguire l’altra grande passione. “La mia famiglia aveva un negozio di pane e pasta a Pianoro. Sono cresciuta nel retro, guardando mia nonna che faceva la sfoglina”.

Così ha imparato?

“Non ricordo nitidamente come abbia imparato a chiudere un tortellino. È stato come imparare a camminare”.

Ha trovato subito un lavoro come sfoglina durante la pandemia?

“Ho iniziato in un negozio di alimentari che produceva anche pasta fresca. Con il Covid la musica era paralizzata ma, per fortuna la gente ha cominciato a mangiare, anche più di prima”.

Cosa le riesce meglio?

“Il tortellino. È il mio cavallo di battaglia, sono molto legata alla ricetta tradizionale”.

La sua ricetta per il tortellino perfetto?

“Seguo quella di mia nonna, ma si può consultare la ricetta originale, depositata alla Camera di commercio. Possono passare alcune variabili, come lo spessore della sfoglia e la quantità di prosciutto. L’importante è usare prodotti di qualità”.

Qualche consiglio?

“Per me il lombo di maiale va cotto, come da ricetta originale, altrimenti la sfoglia si separa dal ripieno perché perde liquido. Fondamentale un buon Parmigiano, minimo 24 mesi”.

Rigorosamente in brodo?

“Non sono rigida. Anche la crema di parmigiano può andare. E confesso: ogni tanto ho ceduto ai tortellini al tartufo”.

Cosa le piace del suo lavoro?

“Poter toccare con mano il risultato, vedere ciò che ho creato a fine giornata. È un prodotto concreto, fatto con amore, e i clienti lo percepiscono”.

Cosa non le piace?

“Il mal di schiena, lavoro tutto il giorno in piedi. Noi sfogline non abbiamo nemmeno un inquadramento lavorativo. A volte risultiamo come ‘aiuto cuoco’, altre volte ‘operaio’”.

Le manca suonare?

“L’oboe è uno strumento molto difficile e se dovessi riprenderlo, sarebbe per suonarlo con serietà. Mi piacerebbe, prima o poi, unire le due passioni, l’oboe e la sfoglia. Magari con un corso di cucina legato alla musica classica...”.