Ornella: "Racconto la mia vita per la musica"

La Vanoni domani all’EuropAuditorium in uno spettacolo dalle atmosfere jazz: "Per me è un po’ un ritorno alle origini"

Ornella: "Racconto la mia vita per la musica"

Ornella: "Racconto la mia vita per la musica"

di Pierfrancesco Pacoda

Ornella si nasce, recita il titolo della canzone che Renato Zero ha scritto per lei, un racconto che attraversa, nei pochi minuti di una ballata, una carriera entusiasmante, tra teatro e musica, che Ornella Vanoni porta in scena domani sera al Teatro EuropAuditorium (piazza Costituzione 4, ore 21). ’Le donne e la Musica. Canzoni, Musica ed Ironia’ si chiama lo spettacolo che è naturalmente tutto esaurito.

Signora Vanoni, il concerto che ascolteremo domani evoca le atmosfere di un jazz club...

"Per me è un ritorno alle origini, il jazz è sempre stata, oltre che una musica che amo ascoltare, una delle suggestioni che più hanno determinato tante scelte importanti della mia carriera. Penso a dischi come Ornella &… che ho registrato nel 1986, pensato proprio come un omaggio al jazz contemporaneo, con ospiti come Herbie Hancock, Gil Evans e Steve Gadd. Anche oggi, come allora, le mie canzoni sono al centro, avvolte da arrangiamenti inediti, che non avete mai sentito prima".

Merito anche della band che la accompagna.

"Merito, soprattutto, del mio amico Paolo Fresu che la scorsa estate nella sua Berchidda, in Sardegna, dove organizza il festival Time in Jazz, mi ha introdotto alle meraviglie di una scena che non conoscevo ed è tutta da scoprire, quella delle donne che in Italia suonano jazz. Sono tantissime, hanno un linguaggio sonoro originale, dalla pianista Sade Mangiaracina, che ha creato tutti i nuovi arrangiamenti, al violoncello di Leila Shirvani. E’ bastata una sola prova per entrare in sintonia, dare nuova veste alle canzoni e offrirle al pubblico".

Uno spettacolo dove lei crea una relazione intima, personale, con gli ascoltatori.

"A me piace parlare, raccontarmi, è una maniera per far entrare realmente il pubblico nelle canzoni. Non riuscirei a fare un ‘normale’ concerto, una successione di brani e poi i saluti. Qui ricostruisco davvero le atmosfere che si respirano in un club, cerco di azzerare la distanza che separa il musicista dagli spettatori. E’ un viaggio lieve in una carriera lunghissima e ricca di tappe significative, di incontri indimenticabili, per quali ho un ricordo. Ma, attenzione, ci tengo a sottolineare che non è uno spettacolo fatto di aneddoti, o di curiosità sui personaggi con i quali ho avuto la possibilità di lavorare, ma di parole al servizio della musica".

Parlava di incontri significativi. Sono stati davvero tantissimi. A quali è più legata?

"Come si fa scegliere? Ognuno è un frammento importante di esperienza e di vita. Potrei citare, per il versante strettamente musicale, il grande produttore Sergio Bardotti. Un uomo che apriva orizzonti, che non avvertiva le barriere, le frontiere. Con lui ho registrato proprio Ornella &…, e altri dischi che sono nel mio cuore, come ’Io dentro Io fuori’, realizzati nel 1977 con i musicisti che facevano parte dei New Trolls. Bardotti mi ha insegnato a coltivare il piacere della curiosità. La curiosità ha la capacità di farti viaggiare, di portarti altrove. Ed questo il mestiere dell’artista. Poi, naturalmente c’è il Maestro, Giorgio Strehler. Da lui ho imparato che bisogna seguire il proprio istinto. Sempre. Strehler aveva una capacità rara: quella di riconoscere immediatamente il talento".

È vero che è grazie a lui, alle lezioni di teatro al Piccolo di Milano che ha imparato a vincere la sua timidezza?

"Lui mi ha aiutato a trovare, ed era impresa quasi impossibile, la fiducia in me stessa. Ma questa è un’arte che poi va coltivata con difficoltà e nel tempo. Io la mia timidezza ho imparato a superarla da sola, con quella terapia dolorosa inizialmente, ma bellissima, che è salire ogni sera su un palcoscenico".

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