Bologna, 11 gennaio 2022 - La Pinacoteca custodisce un patrimonio unico, è la più importante collezione pubblica di arte bolognese al mondo, eppure troppo pochi (bolognesi e turisti) la frequentano. Dunque, va colta l’opportunità dell’autonomia per ricollocarla al centro della vita cittadina e tra le istituzioni principali dello scenario nazionale ed internazionale. Maria Luisa Pacelli , direttrice della Pinacoteca da novembre 2020, proveniente da Ferrara dove dirigeva i Musei Civici di Arte moderna e Palazzo dei Diamanti, ha già le idee chiare su cosa bisogna fare. Che idee ha per il rilancio? "Spalancando le porte. Da una parte, attraverso attività incentrate sul patrimonio del museo, in modo che si crei la consapevolezza nei bolognesi che la Pinacoteca è casa loro; dall’altra stabilendo rapporti e sviluppando progetti con i molti interlocutori culturali e sociali della città". Ci può fare qualche esempio? "Si è già parlato della recente collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, ma i rapporti sono altrettanto buoni con il Comune e con altre istituzioni che appartengono al variegato tessuto dell’associazionismo con vocazione culturale e sociale". Quali sono i progetti in corso che coinvolgono Pinacoteca e Comune? "Il più importante interessa Palazzo Pepoli Campogrande di via Castiglione. Luogo di grande valore artistico, ospita una delle sedi della Pinacoteca in ambienti di proprietà del Comune. Stiamo sviluppando un progetto di rilancio del sito, che prevede una riqualificazione del percorso espositivo e dell’area destinata ai depositi, con un’attenzione particolare ai temi dell’accessibilità fisica e cognitiva". Quali sono le criticità della Pinacoteca, pandemia a parte? "La grave carenza di personale, che per il momento non consente ulteriori orari di aperture, oltre a rendere comunque difficoltosa la gestione ordinaria e straordinaria. Contiamo però di fare passi avanti importanti entro la prima parte dell’anno. Si prevedono anche conclusioni di concorsi che permetteranno ...
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