AMALIA APICELLA
Cultura e spettacoli

Toni Servillo a Bologna per ‘Iddu. L’ultimo padrino’: tutto esaurito al cinema Odeon

Il film, presentato in concorso all’ultima mostra del cinema di Venezia, prende ispirazione dalla vita di Matteo Messina Denaro, uno dei boss più potenti di Cosa Nostra

Toni Servillo presenta Iddu al cinema Odeon di Bologna (foto Schicchi)

Bologna, 15 ottobre 2024 - È una platea giovane, da tutto esaurito per entrambe le recite, quella che accoglie Toni Servillo al cinema Odeon. L’attore è a Bologna per “Iddu. L’ultimo padrino”, il film presentato in concorso all’ultima mostra del cinema di Venezia, scritto e diretto da Antonio Piazza, anche lui in città per l’incontro, e Fabio Grassodonia.

Il lavoro dei due registi è stato uno dei più chiacchierati dopo il festival. Il soggetto prende ispirazione dalla vita di Matteo Messina Denaro, uno dei boss più potenti di Cosa Nostra, arrestato all’inizio del 2023 dopo una latitanza di circa trent’anni. Morto otto mesi dopo la cattura, nel settembre dello scorso anno, Messina Denaro è stata una figura misteriosa, invisibile, è proprio su quest’ultimo aspetto si concentrano i due registi.

Protagonisti della “commedia nera”, come la definisce l’attore, due dei nostri più grandi artisti: Toni Servillo, appunto, e Elio Germano, che in “Iddu” recitano insieme per la prima volta.

La trama

Sicilia, nei primi anni 2000, dopo alcuni anni in prigione per mafia, Catello (Toni Servillo), politico di lungo corso, ha perso tutto. Quando i Servizi Segreti italiani gli chiedono aiuto per catturare il suo figlioccio Matteo (Elio Germano), ultimo grande latitante di mafia in circolazione, Catello coglie l'occasione per rimettersi in gioco.

Il personaggio di Servillo

Catello è “un pulcinella - dice Servillo -, che si siede a ogni tavola imbandita senza preoccuparsi di chi l’abbia apparecchiata”. Un uomo furbo dalle cento maschere, instancabile illusionista che trasforma verità in menzogna e menzogna in verità, che dà vita a un unico quanto improbabile scambio epistolare con il latitante, del cui vuoto emotivo cerca d’approfittare. “Mi auguro - continua l’attore - che questa figura venga fuori dall’appartenute affabilità, simpatia che mostra. Questo film sta in piedi perché i servitori infedeli dello Stato sono tanti”.