Bologna, 3 marzo 2023 - “La riscoperta sta nell’ascoltare Umberto Eco parlare di oggi. Nelle cose che diceva 15 anni fa, soprattutto all’inizio dell’era digitale, del web. Sappiamo che era tutt’altro che un conservatore, anzi, era molto attento ai fenomeni di massa, ma vedeva già dei pericoli che sono molto evidenti oggi. Come la scomparsa di un senso comune delle cose: ora sul web ciascuno si fa la sua verità privata e quindi diventa più difficile comunicare con le persone. Questi e tanti altri pensieri sono presenti nel film”. A parlare è Davide Ferrario, regista del documentario ‘Umberto Eco – La biblioteca del mondo’, ieri sera alla presentazione tenutasi al cinema Lumiere, a cui hanno partecipato anche la figlia dello scrittore, Carlotta Eco, insieme a Ivano Dionigi, Giuliana Benvenuti e Giovanna Cosenza.
"La scoperta, invece, è un lato più privato – continua il regista -: vediamo Eco all’interno della sua biblioteca, che era il suo palcoscenico. Tutto nasce da lì, da quel mondo di carta stampata che determinava tutti i suoi pensieri e la sua fantasia”.
Biblioteca, questa, che risorgerà a Bologna, con l’ambizione, inoltre, di renderla “fruibile anche attraverso la digitalizzazione - hanno spiegato durante la presentazione - per far vedere le note, i commenti che lui segnava sui libri e stimolare così anche i lettori oltre oceano a fare altrettanto. E stimolarli, perché no, anche a fare un viaggio sotto le Due Torri per vedere le opere materiali e fisiche con cui Eco viveva, non solo studiava”.
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