Unibo primo ateneo italiano al mondo nel ranking di Times Higher Education

L'Alma Mater si conferma tra le migliori nella classifica delle università del globo. Il rettore Molari: "Premiato il nostro lavoro quotidiano nel segno dell'inclusività"

L'interno di un'aula universitaria (Foto archivio)

L'interno di un'aula universitaria (Foto archivio)

Bologna, 12 ottobre 2022 - L'università più antica del mondo continua a essere una garanzia per la qualità della didattica. L'Alma Mater scala undici posizioni  nel World University Rankings di Times Higher Education (THE) e si conferma per il terzo anno di fila la 'prima della classe' fra le italiane. 

In quella che è una delle più note e prestigiose classifiche universitarie internazionali, l'Alma Mater passa dal 172° al 161° posto, a fronte di 1799 università incluse nella classifica (in significativo aumento rispetto alle 1662 dello scorso anno). Un risultato che per il quinto anno consecutivo colloca l'Università di Bologna nella top 200 del ranking.

Considerando che nel mondo esistono circa 26 mila università, l'Alma Mater è quindi stabilmente nell'1% dei migliori atenei a livello globale. Tra i principali indicatori che compongono il ranking, spicca in particolare quello relativo alla qualità della didattica (Teaching), rispetto al quale l'Università di Bologna entra nella top 100 mondiale passando dal 104° al 96° posto. Un risultato particolarmente significativo, considerando che il rapporto tra numero di studenti e numero di docenti è molto più alto delle media europea. Fa segnare un ottimo risultato anche l'indicatore relativo alle attività di ricerca (Research), con un balzo in avanti di 42 posizioni (dal 264° al 222° posto), ma in generale si registra un miglioramento generalizzato su tutte le voci principali che compongono il ranking.

"Questi risultati - commenta il rettore Giovanni Molari - confermano l'alto livello qualitativo e reputazionale dell'Università di Bologna: un ateneo capace di essere protagonista a livello internazionale, senza mai rinunciare alla sua natura di grande università pubblica e inclusiva, e ai compiti che tale identità ci impone. È al prezioso lavoro quotidiano della nostra ricca comunità accademica che dobbiamo questo e altri successi, e a loro ancora una volta va il nostro ringraziamento"

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