Adozioni gay? Non le preferisco ma le difendo

Massimo Gagliardi

Massimo Gagliardi

Leggendo la lettera di un opinionista sulle adozioni gay, mi sono venuti in mente tutti quei bimbi con le piaghe perché non hanno il posto per girarsi nei sovraffollati orfanatrofi in India. E mi pongo la domanda: meglio malati denutriti e soli in balia del traffico di organi o meglio con qualcuno che li ama? Meglio la seconda ma forse per altri non è così. Valerio Bosi 

risponde Massimo Gagliardi vice direttore il Resto del Carlino

Premessa: non si concede un diritto così importante sol perché un bimbo muore di fame. Lo si fa se è giusto. E allora dirò che è giusto permettere anche ad una coppia gay di adottare un bimbo. L’omosessualità non pregiudica i sentimenti. Quante volte coppie normali (cioè etero) si separano o addirittura uccidono i figli? Le differenze sono altre. La prima è il genere. Una coppia etero fornisce al bimbo l’esempio vivente e costante di una diversità naturale (perché la diversità arrichisce sempre, non solo quando si vuol essere politically correct) introvabile nella coppia omo. La seconda differenza è il concetto stesso di coppia: sta diventando sempre più temporaneo e le coppie etero sono di solito più stabili di quelle omo. Quindi: preferisco l’adozione per le coppie etero. Ma difenderò anche quelle omo. massimo.gagliardi@ilcarlino.net

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