Aeroporto Bologna, arrivano i droni per merci e passeggeri: la mobilità del futuro è già qui

Il Marconi ha avviato lo studio di fattibilità. Tre anni per costruire una rete dentro e fuori regione. Il dg Ventola: "Settore pionieristico, ma è un’opportunità da cogliere". A Roma il primo volo nel 2024

Aeroporto Marconi, droni per merci e passeggeri: questi mezzi hanno un'autonomia di 70-100 chilometri. Servono punti di ricarica vecchia

Aeroporto Marconi, droni per merci e passeggeri: questi mezzi hanno un'autonomia di 70-100 chilometri. Servono punti di ricarica vecchia

Bologna, 9 marzo 2023 – Suggestivi e avveniristici quanto basta da attendere ancora le certificazioni necessarie al volo. Ma quei droni – per il trasporto merci o persone, totalmente elettrici e, in un secondo momento, senza pilota a bordo – sono già così ’concreti’ da spingere Morgan Stanley a stimare che, entro il 2040, il settore varrà fino a 1 trilione di dollari, con 9.500 aeromobili preordinati e oltre 350 aziende attive. Il business del futuro nell’ambito della mobilità sostenibile ha già smosso le case automobilistiche e colossi dell’industria come Amazon e Google, ma non solo. Perché di quella partita che ad oggi è ancora sulla carta un ruolo da protagonista vuole giocarlo anche (ma non solo) l’Aeroporto di Bologna, attrezzandosi con un’infrastruttura idonea a ospitare i collegamenti con mezzi a decollo verticale: un vertiporto.

"Sì, siamo appena partiti con lo studio di fattibilità che durerà circa tre anni – conferma Nazareno Ventola, direttore generale di Aeroporto di Bologna –. L’idea è quella di realizzare un vertiporto nell’area di sedime del Marconi, ma è tutto in fase di analisi. Si tratta di un settore pionieristico e certamente vogliamo esserci fin dall’inizio". Per ’esserci’ Aeroporto di Bologna, insieme con Aeroporti di Roma, Gruppo Save (Venezia) e Aeroports de la Côte d’Azur fa parte di Urban-V, una società per lo sviluppo di mobilità aerea avanzata a livello internazionale che si occupa dello studio e della progettazione di vertiporti, candidandosi poi alla loro gestione.

Bologna, che detiene il 5% della società, e le città sedi degli altri soci ospiteranno le prime infrastrutture della rete che, però, "per funzionare deve essere allargata il più possibile – continua Ventola –: l’autonomia dei mezzi per cui sono in corso oggi le procedure di autorizzazione al volo si attesta sui 70-100 chilometri. Per questo lo studio di fattibilità servirà a vagliare senza alcuna preclusione la possibilità di coinvolgere altri soggetti". Che potrebbero essere gli altri aeroporti della regione, ma anche i poli logistici, le grandi aziende o i distretti d’interesse, come la Motor Valley.

L’infrastruttura necessaria a questo tipo di mezzi è meno impattante (anche economicamente) di quella di un vero e proprio aeroporto. Occorre un’area attrezzata al decollo e all’atterraggio in verticale, identica a quella utilizzata per gli elicotteri. Poi una sorta di terminal per l’imbarco dei passeggeri e la gestione dei servizi di terra. Ma soprattutto strutture di ricarica elettrica rapida delle batterie. I droni attualmente in produzione si concentrano su due tipologie di mercato: il trasporto merci, anche in ambito medico, con velivoli pensati per collegare ad esempio anche gli ospedali. E il trasporto persone, con droni da due fino a un massimo di otto posti a bordo. Tutti inizialmente pensati per essere guidati da un pilota a bordo e, un domani, a guida autonoma.

Urban-V ha avviato diversi confronti con produttori di droni, tra questi anche con Volocopter, ma saranno poi singole compagnie a garantire le tratte aeree nei vertiporti. Ad assegnare le altezze di volo, coordinate con il resto del traffico nei cieli sarà l’Enac, che si occuperà anche del rilascio delle certificazioni ai mezzi, come nell’aviazione civile. Ma quando sarà possibile assistere al primo passaggio di droni sulle nostre teste? "L’anno prossimo a Roma, in occasione del Giubileo, verrà varato il primo volo di collegamento tra Fiumicino e il centro città, in 20 minuti – conferma Ventola –. In Europa, invece, sarà Parigi a partire, con le Olimpiadi".

Difficile pensare, però, a una mobilità di massa sui droni. Dalle prime proiezioni fatte dagli addetti del settore, i costi a viaggio potrebbero essere comparati a quelli di un servizio Ncc, per la medesima distanza chilometrica, tra gli 80 e i 120 euro a seconda del numero di persone trasportate. E se da un lato si abbatterebbero i tempi di percorrenza, saltando a piè pari il traffico urbano, dall’altro resta la sostanziale differenza con un servizio taxi, dove i luoghi di atterraggio sono obbligati.

A livello mondiale sei sono i vertiporti attualmente attivi a livello mondiale, mentre altri 25 sono in fase di prototipazione e circa 40 in studio di fattibilità. In Italia, a ottobre ha aperto a Fiumicino il primo vertiporto test di Urban-V ma otre a Roma, stanno lavorando a queste infrastrutture anche Milano e Venezia. Quest’ultima, a gennaio, ha già presentato il proprio piano con l’intento di essere un punto di riferimento per una decina di vertiporti in tutto il nord-est.

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