Alberto Vacchi: "Il Paese ha bisogno di stabilità"

L’ad e presidente di Ima dopo l’accordo alla Logimatic: " Passo importante, ci aiuterà ad affrontare le crisi che arriveranno nel futuro"

Alberto Vacchi, 58 anni, è presidente e amministratore delegato di Ima

Alberto Vacchi, 58 anni, è presidente e amministratore delegato di Ima

Bologna, 6 agosto 2022 - Le turbolenze che attraversano l’economia mondiale si affrontano con la stabilità. E stabilità significa anche migliorare le condizioni di lavoro pure delle aziende partecipate, soprattutto quando si trovano dentro una galassia produttiva di peso globale come Ima, uno dei gioielli della packaging valley bolognese. Questa è la filosofia che sta dietro all’integrativo aziendale firmato da Logimatic, impresa con base a Ozzano, la prima partecipata da Ima (al 30%) a raggiungere questo traguardo. "Una notizia rilevante – commenta l’ad e presidente di Ima, Alberto Vacchi –, perché apre un nuovo percorso che ci porterà a essere solidi nelle crisi che seguiranno guerra e pandemia".

Nell’integrativo Logimatic c’è anche un valore che non si misura solo con parametri economici, di cosa si tratta?

"Questo accordo permette di consolidare la rete dei fornitori dando nuova solidità a tutta la filiera, senza diventare però uno strumento contro il lavoro organizzato e sindacalizzato nelle grandi realtà produttive. È stato fatto un passo in avanti notevole e credo che molti altri attori del nostro tessuto economico, dopo questa intesa, seguiranno il nostro esempio. Credo che tutti dovremmo ringraziare l’azienda e i sindacati per questo traguardo. Che, ci tengo a sottolinearlo, non è un atto di pura solidarietà, ma un modo corretto di collaborare, andando anche incontro alle rappresentanze sindacali dentro Ima che volevano una filiera produttiva virtuosa sul piano dei diritti".

Di solito si ricorre ai fornitori per risparmiare sui costi di produzione, grazie anche a un lavoro meno tutelato: il panorama è ancora questo?

"Assolutamente no. Un tempo si trattava prevalentemente di imprese a carattere familiare, oggi davanti abbiamo realtà che sono cresciute, che hanno migliorato la loro specializzazione e che sono tecnologicamente avanzatissime. Come Ima abbiamo superato da oltre un decennio la concezione di rivolgerci ai fornitori per risparmiare. Dalla crisi del 2008 abbiamo intrapreso un altro percorso e lo abbiamo fatto scegliendo di collaborare strettamente con il nostro territorio. Avere un sistema di lavoro certificato, inoltre, rende più competitivi, come dimostrano proprio le richieste di certificazioni dei nostri maggiori clienti".

La stabilità che esiste nell’ambito economico locale sembra svanire se si guarda al Paese nel suo complesso e alle tensioni globali: è preoccupato per cosa potrà accadere da qui al prossimo anno?

"Dovremo affrontare fasi complesse, come ha sottolineato pure Confindustria, e per questo abbiamo assolutamente bisogno di stabilità, anche se tutto quello che è successo e sta accadendo a livello globale va in direzione opposta".

In più siamo un Paese in piena campagna elettorale...

"Le elezioni fanno parte del normale processo democratico e saranno chiaramente gli elettori a scegliere chi dovrà governare, ma credo che il prossimo esecutivo dovrà in ogni caso ripartire da almeno una priorità".

Quale?

"Gli impegni assunti con l’Europa, in particolare per per quanto riguarda i fondi del Pnrr. Siamo un Paese che deve fare i conti con un enorme debito pubblico, aumentato rispetto al perido precedente alla pandemia, e questo non dobbiamo dimenticarcelo".

Almeno nel 2022 la crescita è stata ancora sostenuta: +3,4%.

"Quanto ha annunciato l’altro giorno il premier Draghi è incoraggiante, ma non dobbiamo farci troppe illusioni e rimanere tutti fortemente impegnati per superare questo momento critico. A partire dai danni dell’inflazione, che non solo ha un effetto finale sui prezzi, ma soprattutto perché riduce il potere d’acquisto delle famiglie. La domanda del mercato ha una dinamica discreta, ma restano ancora criticità sui tempi delle forniture. In questa fase in cui il governo è in carica solo per gli affari correnti mi auguro che Draghi continui comunque a esercitare la sua competenza per affrontare le sfide che abbiamo davanti tra la fine di questo anno e il 2023".

 

 

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