Bologna, Antonio Patuelli al Rotary. "Banca d'Italia, l'indipendenza sia assoluta"

"Tav, invito a studiare Cavour". Il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana intervistato dal direttore di QN- il Resto del Carlino Paolo Giacomin

Gianluigi Magri, Antonio Patuelli (Abi), il direttore Qn-Carlino Giacomin e Marco Zoli

Gianluigi Magri, Antonio Patuelli (Abi), il direttore Qn-Carlino Giacomin e Marco Zoli

Bologna, 12 febbraio 2019 - Indipendenza e autonomia della Banca d’Italia, debito pubblico, rapporti con la Francia e Tav. Questi i temi caldi dell’incontro organizzato dal Rotary club di Bologna al Savoia Hotel Regency. Il direttore di QN- il Resto del Carlino Paolo Giacomin ha intervistato il presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) Antonio Patuelli sui temi più caldi dell’attualità economica italiana ed europea. «Il debito pubblico è il principale problema dell’Italia e quando Marco Minghetti portò i bilanci in pari cadde 3 mesi dopo. Non è molto popolare la linea dei conti in ordine – ragiona Patuelli –. Tuttavia, la Banca d’Italia ha reso noti i dati al 31 dicembre 2018 sugli andamenti di prestiti e tassi. Vi era una crescita dei prestiti alle famiglie del 3% e alle imprese dell’1,5%. Con i tassi che, nonostante la crescita dello spread, sono rimasti quelli di 150 punti in meno. Le banche in Italia hanno fagocitato 150 punti base, non scaricandolo sui clienti». 

Alla domanda del perché i politici non accettino l’indipendenza e l’autonomia della Banca d’Italia, Patuelli risponde: «Non studiano. Il parlamento è decaduto: da luogo di dialogo è diventato un luogo di esibizione dei cartelli». Sulla crisi diplomatica tra Italia e Francia l’idea alla base del discorso di Patuelli rimane la necessità da parte dell’Italia di entrare nell’«asse Parigi Berlino, soprattutto ora che non c’è più la Gran Bretagna». Sul futuro della Bce aggiunge: «Anche l’Italia dovrebbe esserci con un incarico economico. Non ha un ministero economico nella commissione e ha la politica estera che non è il cuore dell’Unione».

«Il dibattito sulla Tav è male impostato – sottolinea poi Patuelli –. La vera domanda è: vogliamo come Italia interrompere o meno questi grandi corridoi che passano per il Paese?». Poi ha citato un discorso del 1857 di Cavour, «che diceva che il traforo del Moncenesio andava fatto e il calcolo dei costi benefici – come di dice oggi – sarebbe stato efficace dopo averlo realizzato, quando le locomotive avrebbero potuto sfrecciare dall’una e dall’altra parte della Alpi». Sulla situazione bancaria, il presidente dell’AbI risponde: «Le banche sono diverse tra loro. ‘Il sistema bancario’ è una definizione sbagliata». 

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