Bologna: archivio Les Copains, scende in campo la Regione

L’assessore Felicori: "Aspettiamo il giudizio della Soprintendenza. Poi si faccia squadra con ministero, comune e magari anche gli eredi"

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Bologna, 31 agosto 2022 - La missione salva-archivio del marchio Les Copains convince la Regione. A metà settembre su impulso del ministero, come riferito dalla sottosegretaria Lucia Borgonzoni, la Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Emilia-Romagna verificherà il patrimonio degli archivi e quello fotografico della storica casa di moda fondata 70 anni fa e fallita a marzo. Dopo il sopralluogo, darà il suo giudizio. Se l’archivio della maison sarà d’interesse culturale, bisognerà attivarsi per salvaguardarlo. A questo punto entrerà in gioco anche Mauro Felicori, assessore regionale alla Cultura, che sul tema è da sempre molto sensibile: "Un archivio può aprirti un mondo. E spesso per la maggior parte delle volte questo mondo è meraviglioso".

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Una buona notizia l’interessamento del ministero e la verifica della Soprintendenza in merito all’archivio Les Copains?

"Eccome. Non solo per l’Emilia-Romagna, ma per tutta Italia. E la moda italiana, in generale. Ovviamente, prima di dare un giudizio, l’archivio dovrà essere esaminato".

La Regione ne era a conoscenza?

"Sì. È stata coinvolta la Soprintendenza e noi siamo stati informati, dando massima disponbilità. Ci auguriamo che la Soprintendenza dia il ’marchio’ d’interesse culturale all’archivio di Les Copains, ma considerando quanto sono affascinanti carte, bozzetti, campagne pubblicitarie, ma anche corrispondenze, conti, bilanci, dubito che non si trovi qualcosa di importante".

A quel punto, se il giudizio sarà positivo, come vi muoverete?

"A quel punto sarà necessario lavorare in squadra. Noi in Emilia-Romagna sugli archivi abbiamo una certa tradizione e ci abbiamo messo parecchio impegno. L’importante è che una volta capita l’importanza di conservare queste memorie, ci sia convergenza tra Stato, regione, comune di Bologna, città metropolitana, fino agli stessi eredi".

Crede che gli eredi di Mario Bandiera, il fondatore della casa di moda, potrebbero dare un contributo?

"Perché no... Magari anche le asssociazioni industriali potrebbero fare la loro parte, così come le fondazioni bancarie, Carisbo e Del Monte".

Intanto sono in arrivo i fondi del Pnrr per digitalizzare gli archivi. Potrebbero aiutare anche per Les Copains?

"Il programma ‘Digital Library’ contenuto nel Pnrr riguarda la digitalizzazione di tutto il patrimono culturale. Ma questo piano ha due difetti: non contempla il patrimonio privato e in più il ministero si terrà il 70 per cento delle somme, lasciando il 30 per cento da dividere per tutte le regioni".

Con queste risorse, però, avrete aiuti per la salvaguardia degli archivi pubblici, avendo così maggiori fondi per quelli privati...

"Questo è chiaro. Ma quello che ci aiuterà è il grande lavoro che abbiamo alle spalle. Non solo nella digitalizzazione, ma anche nell’inventariazione. Tant’è che chi possiede grandi archivi spesso ci contatta per la nostra esperienza in materia. Gli archivi non sono un fossile del passato, ma rappresentano la materia viva della ricerca, per capire la storia".

 

 

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