Aeroporto di Bologna, Postacchini. "Nuovo terminal, cantieri tra un anno"

Il presidente: "Più competitivi grazie all’arrivo del People Mover"

Enrico Postacchini

Enrico Postacchini

Bologna, 4 gennaio 2019 - «Il People Mover sarà il simbolo della crescita del Marconi, perché dopo Roma e Milano anche Bologna avrà l’Alta Velocità collegata all’aeroporto. Saremo così il terzo scalo italiano». È un bilancio pieno d’orgoglio quello di Enrico Postacchini. Dopo gli imponenti ricavi del 2017 (99 milioni di euro, un +9,6% sul 2016) e la costante crescita di passeggeri, le nuove sfide del 2019 corrono sulle rotaie del trenino di raccordo tra Marconi e Stazione centrale. E non solo. «Abbiamo una previsione di chiusura sui passeggeri per il 2018 che parla di 8 milioni e mezzo di persone – sottolinea Postacchini –, quello della crescita è un dato forte. Adesso c’è il 2019, l’anno degli investimenti».

Intanto presidente i dati sull’incremento del turismo in città sono notevoli. La vulgata lo recita continuamente, tanto è merito dell’aeroporto.

«Una città non può crescere se non ha un aeroporto, questo è chiaro. Noi percepiamo di essere una leva fondamentale, del resto manteniamo e sviluppiamo, portiamo ricchezza alla struttura in termini di efficacia e sicurezza. Però i meriti principali vanno riconosciuti a Bologna Welcome e a chi si spende per la promozione della città».

Però la crescita delle rotte del Marconi e il lavoro con le low cost hanno avuto il loro peso.

«Bologna è dov’è, è complicato sfuggire al ruolo di nodo principale del Paese. E poi oggi si gira sempre di più a prezzi competitivi. Detto questo, i nostri risultati al 31 dicembre sono molto incoraggianti. Sia per i gestori, sia per l’azionariato di questa società, perché nonostante il valore dell’azione sconti un po’ lo scotto della Borsa italiana, i risultati della gestione sono incontrovertibili. Parliamo quindi di una società che va molto bene e che macina utili, che ha risorse sufficienti per affrontare gli investimenti programmati. Il valore del titolo prescinde da quello che è il valore reale della società e dai suoi programmi».

Nel 2019 ci saranno novità sul nuovo terminal?

«Pur non essendo ancora partito il progetto esecutivo del nuovo terminal, se ne parlerà da fine 2019 in poi, noi chiudiamo nel 2018 già con 20 milioni di investimenti effettuati. Da diversi anni non c’era una concentrazione così forte di investimenti in un anno».

Restando al terminal, a quando i cantieri?

«Si potrebbe partire tra fine 2019 e inizio 2020, vediamo come va. Non saranno invasivi per l’attuale terminal che sarà interessato da questo ampliamento, questo sarà un aspetto importante».

E poi ci sarà il People Mover.

«Quell’investimento ci ha permesso di non perdere il treno rispetto agli altri. Roma e Milano hanno l’Alta Velocità dei treni già incorporata negli aeroporti. Con il Marconi Express anche Bologna avrà questo immediato collegamento. Così diventeremo, in questo senso, il terzo aeroporto italiano».

Partiranno nuove rotte, come quella su Philadelphia.

«Da giugno si parte con American Airlines. Noi lavoriamo quasi soltanto con compagnie primarie. Emirates, Ryan, Lufthansa, consolideremo tutte le rotte. Facciamo 5 voli al giorno su uno scalo cruciale come Francoforte: non siamo un hub, ma possiamo ambire a essere un mini hub principale. Inoltre rotte stagionali su mete come Spagna, Grecia e Giordania diventeranno annuali. Insomma, puntiamo sempre a crescere».

Addio al diretto su New York?

«La scelta di Philadelphia è strategica: da lì vai ovunque. E in mezz’ora sei nella Grande Mela».

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