Autismo, una startup forma i dipendenti dei negozi. Ecco come

Enrico Maria Fantaguzzi, papà riminese di un ragazzo autistico di 23 anni, sta cercando di diffondere il concetto di ‘accoglienza consapevole’

Autismo, una startup forma i dipendenti dei negozi

Autismo, una startup forma i dipendenti dei negozi

Bologna, 27 aprile 2019 - Per le persone con autismo ci sono ostacoli quotidiani nell’affrontare la vita fuori dalle mura di casa. Una cena al ristorante, una vacanza in albergo o una visita dal dentista possono essere attività faticosissime. Difficoltà che possono essere superate se ad accogliere ragazzi e famiglie c’è un personale formato in modo professionale per gestire la diversità. Per questo Enrico Maria Fantaguzzi, papà riminese di un ragazzo autistico di 23 anni, sta cercando di diffondere il concetto di ‘accoglienza consapevole’ alle aziende di tutta Italia, attraverso la sua start up Link@ut, operativa dall’anno scorso e in continua espansione. Il progetto offre corsi di formazione ai dipendenti di imprese e pubblici esercizi, affinché diventino luoghi ‘autism friendly’.   «L’idea – spiega Fantaguzzi – è nata dalla mia esperienza personale. Abbiamo tante strategie per riuscire a gestire i nostri figli a casa dove l’autismo non ci pesa più di tanto, ma quando ci dobbiamo confrontare con la società troviamo delle difficoltà enormi. Così ho capito che le nostre famiglie potevano essere aiutate in maniera sostanziale a migliorare la loro qualità di vita formando gli staff di qualunque luogo accolga pubblico».    A oggi sono stati certificati 55 Link@ut Point, di cui una trentina in Emilia-Romagna e il resto tra Veneto, Toscana e Lazio. Si tratta di ambulatori odontoiatrici, ristoranti, hotel, farmacie e negozi di ottica. L’ultima partnership è nata con GrandVision, retailer internazionale nel settore dell’ottica. In tre giornate di lezioni all’Istituto Zaccagnini di Bologna sono stati formati cinquantasette dipendenti per tredici store dell’area di Bologna ed Emilia-Romagna. Identificabili da una spilla con uno smile blu, i dipendenti saranno così pronti ad accogliere in modo professionale le persone con autismo.

«Il nostro desiderio è quello di diventare per loro e per le loro famiglie un punto di riferimento sicuro nel settore e di contribuire attivamente alla loro inclusione sociale», spiega Jörg Mingers, ad di GrandVision Italia. Oltre alla formazione, la start up provvede anche all’arredamento del punto vendita con pannelli informativi che siano da un lato identificativi per le famiglie interessate, dall’altro informativi per tutti gli altri clienti. Viene inoltre offerta un’azione di web marketing per convogliare le famiglie verso quel punto vendita. Presto sarà poi disponibile un’app per smarphone utile a geolocalizzare i luoghi ‘autism friendly’. L’obiettivo è quello di creare un network nazionale di ‘Link@ut Points’, che possa rappresentare un sostegno concreto alle oltre 600mila persone con autismo in Italia e alle loro famiglie.

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