Bologna, immobili e gestione. La Fiera si fa in due

L’ipotesi prevede la separazione del patrimonio dall’organizzazione di saloni ed eventi. Lunedì nell’agenda del cda

Gianpiero Calzolari di BolognaFiere

Gianpiero Calzolari di BolognaFiere

Bologna, 26 maggio 2018 - L’appuntamento è fissato alle 8.30 perché l’ordine del giorno del cda di lunedì di BolognaFiere contiene argomenti complessi. Bilancio, scissione di immobili e gestione in due diverse società e infine l’acquisto di una serie di terreni. Dopo le comunicazioni del presidente, il terzo punto della convocazione recita «Esame ed approvazione del progetto di bilancio chiuso al 31 dicembre 2017».

Il consuntivo che verrà presentato prima al cda e poi all’assemblea dei soci (fissata entro 30 giorni) racconta di numeri positivi. La capogruppo dovrebbe chiudere con un utile superiore a quello dell’anno passato, quando si registrò un avanzo di 4,9 milioni. Un risultato per nulla scontato visto che nel 2017 la Fiera non ha potuto godere di Eima (manifestazione biennale delle macchine agricole) né di entrate straordinarie. Concluso il capitolo dei conti, ci sarà da affrontare la «riorganizzazione societaria di BolognaFiere spa». Nel cda dell’11 maggio i consiglieri avevano già discusso dello scorporo del patrimonio immobiliare. Lo spin-off che separerebbe l’attività caratteristica (vale a dire l’organizzazione delle manifestazioni) dai muri del quartiere. L’ipotesi, dunque, è la nascita di due società gemelle (con gli stessi azionisti di oggi) che poi seguirebbero percorsi paralleli. Un’operazione del genere, del resto, è già stata affrontata sia da grandi società straniere (Francoforte) sia dai principali quartieri italiani: Milano, Roma, Padova e Bari (dove tra l’altro via Michelino ha anche una quota).

Il tema, come detto, è già stato approcciato nell’ultimo cda. I consiglieri avevano chiesto una serie di approfondimenti. Così in queste settimane il management di via Michelino ha messo in piedi uno studio che analizza lo sviluppo del piano industriale (già approvato dai soci) con la nuova organizzazione. Se arrivasse il via libera da parte dei consiglieri partirebbe l’iter amministrativo per la creazione delle due società. L’immobiliare potrebbe trovare nuovi azionisti tra, per esempio, le società di gestione del risparmio. La gestione, invece, avrebbe di fronte diverse opportunità. Restare da sola, scegliere la quotazione in Borsa o entrare nel gioco delle alleanze salvaguardando la parte immobiliare.

Su tutte c’è la pista che porta a Milano, poi c’è Verona e infine, un po’ in declino, il vecchio adagio del sistema unico regionale con Rimini (che, però, sta andando in Borsa) e Parma. Nel frattempo via Michelino è concentrata su altri acquisti. L’ultimo capitolo dell’ordine del giorno di lunedì è «l’esame ed approvazione della proposta vincolante di acquisto ricevuta dal Fondo Varde». Sono i terreni a nord della Fiera che via Michelino dovrebbe comprare a un prezzo molto scontato rispetto alla prima valutazione di 6 milioni.

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