Caab Bologna, la svolta: "Pronti a gestire i mercati rionali"

Il neo presidente Marcatili: "Stiamo verificando questa opportunità per sostenere i negozi di prossimità. Quanto ai fondi Pnrr, abbiamo candidato al finanziamento un pacchetto di interventi da 10 milioni"

Bologna, 6 novembre 2022 - Il Caab punta ad entrare nella gestione dei mercati rionali di Bologna, a partire da quelli pubblici, ovvero il Mercato delle Erbe in via Ugo Bassi e quelli di Santa Viola e San Mamolo.

"Stiamo verificando questa opportunità, anche nell’ambito del sostegno al commercio di prossimità", osserva Marco Marcatili, neo presidente del Caab. Sono passati tre mesi dall’insediamento, e Marcatili illustra la strategia che sta impostando per il Centro agroalimentare di Bologna, un hub di prima grandezza per il settore a livello nazionale (il giro d’affari delle società che vi operano è di 350 milioni di fatturato annuo).

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Presidente, quali sono le sue priorità per lo sviluppo del Caab?

"Per la prima volta dopo lungo tempo, il Pnrr istituisce circa 150 milioni di euro per ridare centralità ai mercati all’ingrosso. Bologna vuole cogliere questa occasione: abbiamo candidato al finanziamento un pacchetto di interventi da 10 milioni che punta su riqualificazione, digitalizzazione e sostenibilità".

Quali migliorie pensate di apportare?

"I capitoli sono diversi. Si va dall’ammodernamento e coibentazione della tettoia di carico, alla realizzazione di un impianto di biogas utilizzando i residui organici che produciamo, passando per una piattaforma digitale ’business to business’, e per nuovi mezzi elettrici per le consegne tra operatori e dettaglianti. In particolare, il Caab vuole diventare sempre più un food hub dove la merce che entra con mezzi a carburante tradizionale ne esce su veicoli sostenibili ed elettrici. Tanti interventi, insomma, che renderanno ancora più moderna e attrezzata la nostra struttura".

I tempi per la realizzazione?

"L’aggiudicazione è questione di mesi. L’orizzonte per realizzare i progetti è tra 2023 e 2024".

Va di moda il concetto di sovranità alimentare, in questo senso il Caab è uno snodo importante per l’agricoltura italiana...

"L’85% dei prodotti che arrivano al Caab sono nostrani. E viene smistato in Italia per il 90%. Quindi, diciamo che il Caab è il più grande presidio di sovranità alimentare in Italia. Però mi piace declinare il concetto di sovranità alimentare come responsabilità alimentare: non significa infatti che possiamo fare del tutto a meno delle importazioni, ci sono prodotti (ananas, banane) che ormai fanno parte delle abitudini del consumatore. Bisogna insistere, semmai, sull’educazione alimentare, che spieghi il valore delle filiere corte e suggerisca di consumare i prodotti di stagione e nazionali".

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"Grazie agli investimenti passati, noi siamo un polo di produzione energetica, ci assestiamo attorno ai 12-13 megawatt all’anno prodotti e io credo possiamo arrivare a 20. Non siamo ancora una comunità energetica, perché la legge non ce lo permette, ma siamo pronti per esserlo, grazie al parco fotovoltaico sopra i nostri capannoni e quelli di Fico e alla piccola centrale di biogas che abbiamo in cantiere. In questo senso, sottolineo la grande disponibilità di Hera a dialogare con noi, che ci ha messo a disposizione i progettisti proprio per il biogas".

Negli ultimi anni vi siete contraddistinti anche per la lotta allo spreco alimentare.

"La nostra infrastruttura movimenta 240mila tonnellate all’anno: di questi, 700-800 quintali sono prodotti non più vendibili ma commestibili che, attraverso Suor Matilde del Gruppo Cristiano, vengono distribuiti a decine di istituti religiosi. Inoltre, riusciamo a differenziare l’85% dei rifiuti industriali".

 

 

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