Caro bollette, Seri Art: "Dovevamo allargarci, ci siamo fermati"

L’azienda di San Benedetto Val di Sambro ha sospeso la costruzione di un nuova struttura. Il titolare Pasqui: "Energia, da soli non si va avanti"

Vittorio Pasqui, titolare dell’azienda di carpenteria meccanica e serigrafia Seri Arti

Vittorio Pasqui, titolare dell’azienda di carpenteria meccanica e serigrafia Seri Arti

San Benedetto Val di Sambro (Bologna), 7 ottobre 2022 - Tra le aziende della montagna che si sono rivolte al proprio sindaco per chiedere un aiuto visti i rincari dell’energia e delle materie prime, c’è anche la Seri Art di Vittorio Pasqui che ha i suoi stabilimenti a Pian del Voglio nel comune di San Benedetto Val di Sambro.

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"Noi imprenditori dell’Appennino abbiamo la necessità di non sentirci soli – spiega Pasqui –. Non vogliamo medaglie perché sapevamo, nel momento che avevamo deciso di fare impresa qui, che partivamo da una situazione di svantaggio. Nonostante questo, manteniamo qui la produzione, perché ci sentiamo fortemente legati al nostro territorio, ci sentiamo parte di una comunità e siamo convinti che si debba sviluppare un rapporto di reciprocità con la realtà che ci circonda. Ad esempio l’anno scorso, in accordo con i nostri dipendenti, abbiamo trasformato una parte del premio produzione in buoni da spendere nelle attività commerciali che più avevano sofferto durante il lock-down, come i bar o i ristoranti. E’ stato il nostro contributo per provare ad aiutare chi svolgeva comunque un servizio importante alle persone del luogo".

Perché dite che vi sentite soli?

"La questione va divisa in tre aspetti: infrastrutture, costi e opportunità. Partiamo dai costi. Un kilowatt di elettricità è passato da 0.07 euro a 0.42 euro, con un aumento del 600 per cento e il gas da 0.36 a 3.60, con un aumento del 1.000 per cento. Il nostro margine di guadagno si è chiaramente ridotto e se qualcuno non ci aiuta o non trova il modo di frenare questa impennata e di riportare le tariffe a livelli accettabili, rischiamo di non riuscire a produrre a un costo concorrenziale. Da soli non possiamo affrontare il problema, per questo ci siano rivolti alle amministrazioni comunali che a loro volta hanno bussato alla porta di chi sta sopra di loro".

Per quanto riguarda le infrastrutture, siete vicini ad un casello autostradale. Dove sta il problema?

"Noi ci occupiamo di carpenteria meccanica e serigrafia e siamo a metà strada tra Bologna e Firenze. Ogni giorno tre autotrasportatori partono dalla nostra sede per consegnare i nostri prodotti nelle due città. E’ chiaro che fossimo nei pressi di Bologna questo costo sarebbe molto più contratto e non dovremmo fare con una spesa che sta aumentando a dismisura. Sono sincero, noi abbiamo intenzione di allargarci con la costruzione di una terza struttura, ma adesso bisogna ragionale su dove realizzarla: se non cambiano le cose e le aziende della montagna non hanno qualche vantaggio, diventa complicato continuare ad operare qui visto il caro carburante. A questo bisogna poi aggiungere i piccoli blackout che si registrano soprattutto durante le nevicate e che costringono i macchinari ad essere riprogrammati creando un rallentamento nella produzione".

Quali sono, invece, i limiti sulle opportunità?

"Il mercato sta completamente cambiando. Noi abbiamo 54 dipendenti e siamo attivi dal 1992. La nostra crescita si è basata sul fatto che abbiamo spesso sottoscritto contratti di lungo periodo sia con i nostri fornitori che con i nostri clienti. Ora le cose sono cambiate e abbiamo offerte per l’acquisto delle materie prime che scadono dopo 48 ore dalla loro presentazione. Potendo contare su altri numeri probabilmente le grandi aziende non hanno questi problemi, ma noi ci dobbiamo conviverci tutti i giorni e individualmente non abbiamo la forza per trovare soluzioni che ci permettano di programmare. Anche per questo abbiamo chiesto aiuto alle istituzioni".

 

 

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