Bologna, 23 agosto 2014 - C’era un periodo in cui, nelle tasche degli italiani, due cellulari su tre erano marchiati Nokia. In quegli anni a Bologna, luoghi come il centro autorizzato Nokia Point di via Castiglione e il ‘Nokia Care’ di via Enrico Mattei (entrambi di proprietà della bolognese Smc Communications srl, così come una decina di negozi in tutta Italia e il sito di vendita online www.nstore.it), erano meta quotidiana per decine di persone.
Poi sono arrivati gli iPhone, è arrivato Android, e i cellulari finlandesi hanno lentamente ma inesorabilmente perso il loro mercato, chiudendo nei fatti la prima epoca della telefonia mobile.
Il contraccolpo, a Bologna, è arrivato solo quest’anno: prima di Ferragosto il tribunale fallimentare, nella figura del giudice Pasquale Liccardo, considerati i debiti scaduti, rilevato uno stato di insolvenza irreversibile e l’istanza di fallimento promossa dagli stessi proprietari, ha dichiarato il fallimento della Smc Communications.
Una doccia fredda che ha raggiunto in ferie i 18 dipendenti rimasti, appesi adesso ad un’ultima speranza: l’esercizio provvisorio, concesso fino a fine settembre, per il sito internet e per il centro di assistenza.
Contattato, il curatore fallimentare, Luca Magi, si limita a commentare il «carattere di urgenza che ha contraddistinto l’azione del tribunale, che si è mosso il 14 agosto per accordare l’esercizio provvisorio e scongiurare conseguenze peggiori».
Il futuro? «Lavoreremo per fissare un’asta il prima possibile — commenta Magi —. Considerati alcuni interessi già manifestati nei confronti dell’azienda, non disperiamo che attività e posti di lavoro possano essere salvati».
s. arm.
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