Crisi ucraina, energia e materie prime: a Bologna imprese a rischio stagnazione

Sondaggio Cna su mille aziende: crescita a ostacoli. Fatturato e investimenti tengono, ma prime frenate E il 55% rinuncia all’innovazione. Il presidente Gramuglia: "La fiducia è in calo, si naviga a vista"

Crescita a rischio per le imprese; a destra, Antonio Gramuglia (presidente Cna)

Crescita a rischio per le imprese; a destra, Antonio Gramuglia (presidente Cna)

Bologna, 27 giugno 2022 - Rischio stagnazione per le imprese artigiane. Nonostante il primo semestre dell’anno abbia visto un andamento positivo del fatturato, per i prossimi mesi la fiducia delle aziende si abbassa. Un’indagine della Cna bolognese su un campione di mille imprese in otto diversi settori ( produzione, impianti, costruzioni, moda, alimentare, trasporti, autoriparazioni e benessere) conferma come la crescita sia diventato un percorso a ostacoli.

Dopo il Covid, infatti, le minacce sono rappresentate dal caro energia all’aumento del costo delle materie prime e alla loro difficile reperibilità. L’occupazione al momento tiene, anche se è previsto qualche rallentamento. Gli investimenti vengono in gran parte mantenuti, ma qualche frenata c’è.

Il bilancio

"Sono diversi mesi che le imprese stanno lanciando un grido d’allarme – spiega Antonio Gramuglia, presidente Cna Bologna –. Dopo aver resistito agli effetti economici causati dalla pandemia, le aziende hanno dovuto affrontare una crescita inverosimile dei costi energetici e stanno guardando con grande preoccupazione agli sviluppi della Guerra in Ucraina. Ora si sta aggiungendo anche il problema delle materie prime, del loro costo e del loro reperimento. Ecco perché per i prossimi mesi la fiducia delle aziende tende a diminuire e avvertono un rischio stagnazione".

Crescita e investimenti

Analizzando le percentuali, risulta che quattro imprese su dieci hanno visto crescere il fatturato, solo una su quattro l’ha diminuito. Per il prossimo semestre quattro imprese su dieci, invece, prevedono stabilità nel fatturato, una su quattro prevede diminuzioni: rispetto ai primi mesi del 2021 si manifesta dunque una decrescita. Cambia qualcosa a seconda del settore: si prevede una crescita per alimentare, costruzioni e trasporti e stabilità per benessere, impianti, moda, produzione. Segno meno, invece, per gli autoriparatori. Sul fronte occupazione tre aziende su quattro prevedono stabilità nei prossimi mesi, una su dieci una diminuzione: l’occupazione, dunque, tiene anche se si segnala qualche rallentamento. Nel capitolo investimenti una azienda su due conferma quelli programmati. Il 26% li rinvierà e il 22% li cancellerà. Anche questo è un effetto delle criticità manifestate dalle imprese sul tema materie prime. Un altro nodo che emerge dalla ricerca è l’innovazione, assente nel 55% delle imprese.

Sotto la lente anche il tema mobilità. Se, infatti, Cna si è sempre schierata a favore di Passante e il Tram, la maggioranza delle imprese che ha partecipato al sondaggio ha espresso ansia per l’impatto dei cantieri.

Gli ostacoli

Venendo al capitolo sulle minacce e gli ostacoli, le imprese sfogliano un elenco di criticità che le sta mettendo in grave difficoltà: per il 30% il primo problema è dunque la materia prima e la difficoltà a reperirla; per il 21% è il caro energia; per il 13% una significativa diminuzione degli ordini da parte dei clienti storici; per il 12% la difficoltà a reperire manodopera; per l’8% le conseguenze della Guerra in Ucraina; per l’8% l’insolvenza dei clienti. Scompare, invece, la pandemia, protagonista dalle preoccupazioni delle imprese degli ultimi due anni.

"Più che un segnale di ottimismo verso il superamento di una crisi sanitaria epocale – prosegue Gramuglia – temiamo che il messaggio delle imprese sia: c’era un problema drammatico, adesso ce ne sono altri tre nuovi, ovvero materie prime, energia e guerra. Qui si naviga a vista, attenti ogni giorno ad evitare scogli che appaiono all’improvviso. All’improvviso ma prevedibili, certamente c’è stata poca prevenzione nell’evitarli da parte dei singoli Stati e dell’Unione Europea".

ros. carb.

 

 

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